sabato 27 novembre 2010

Un cerchio rosso piantato nel cuore...


Ma quanto erano belle le copertine della serie Cerchiorosso?

Molti non ne avranno sicuramente mai nemmeno sentito parlare, e per due buoni motivi. No problem, Giacomino adesso spiega.

Il primo motivo è che tutto ciò avvenne un bel po' di tempo fa. Il numero uno uscì nell'ottobre del 1978, fate voi il calcolo di quanti anni sono fino ad oggi. Il secondo motivo è che fu una serie che durò davvero poco, interrompendosi dopo 38 numeri nei primi mesi del 1982. In questo periodo passò attraverso un cambio di formato e ben tre cambi di grafica, segnale che le vendite non andavano come avrebbero desiderato.

Cerchiorosso fu un coraggioso tentativo di proporre in edicola i romanzi d'avventura, affiancando altre celebri collane di genere, Il giallo mondadori, Urania (la fantascienza) e Segretissimo (spionaggio). Stesso formato, e un colore accattivante, il rosso. E alle copertine il grande Carlo Jacono, che già firmava Segretissimo e il Giallo. Però...

Già, c'è un però. Perchè il motivo per ho conosciuto questa collana di volumetti popolari è proprio lui, Carlo Jacono. Essendo all'epoca un giovane onnivoro divoratore di Urania, saltuariamente occhieggiavo anche le copertine delle collane gemelle, e avevo imparato a riconoscere le sue illustrazioni, con quella loro caratteristica struttura che lui caratterizzò sia nel giallo (già popolare di suo) che su Segretissimo (fratellino minore, bisognoso di cure). Il mio illustratore italiano preferito all'epoca era già il grande Aldo Di Gennaro, conosciuto sul Corriere dei Ragazzi e che saltuariamente vedevo su copertine di libri "da libreria".

Ma fu amore a prima vista anche questa volta, quando vidi quel sommergibile tra i ghiacci... in appendice di un Urania, nelle pubblicità di fine numero. Un Urania preso in qualche mercatino, in anni successivi. Già, nel 1978 non avevo ancora cominciato a divorare FS. L'edicola la frequentavo saltuariamente, e guardavo solo nel settore riviste di fumetti e in quelle di modellismo. Per cui Cerchiorosso nacque e morì nella mia assoluta ignoranza.

Per cui passarono diversi anni prima che sui banchi dei mercatini dell'usato riuscissi a recuperare parte di quei numeri. E potei ammirare quelle bellissime illustrazioni, senza dovere aspettare 4 anni per concludere la serie - e non concludendola affatto, a dire il vero, visto che ho ancora qualche decina di numeri mancanti.

Le copertine, dicevo. Non solo primi piani di volti o armi, ma illustrazioni a intere, quando ancora i disegni si facevano con matita e pennello. E... be, come faccio a spiegare una sensazione? Anni di studio della storia dell'arte sui libri di Giulio Carlo Argan mi hanno insegnato che quello forse non è il metodo giusto per descrivere e spiegare il concetto di "bello".

Ecco, con tutto ciò che ho visto e imparato ad apprezzare fino ad oggi, posso affermare come punto fermo che tra i disegni visti su pubblicazioni popolari, le cover di Carlo Jacono per Cerchiorosso erano certamente tra le migliori. 

Vedere per credere.



Ma i libri com'erano?

Non ne ho idea. Lessi solo "Esther, Ruth e Jennifer", un numero che pubblicava un libro da cui era stato tratto un film molto carino con Roger Moore "Allarme piattaforma Jennifer" (o era l'adattamento del film? Boh), che mi divertì parecchio.

Gli altri stazionano ancora nella loro fila, in uno scatolone. Mi dicevo sempre che un giorno li avrei letti. "Quando avrei avuto tempo". Ma allora non sapevo ancora che la vita è ciò che ti accade intorno mentre aspetti che succeda qualcosa.

lunedì 8 novembre 2010

Cacciatore di tesori perduti


Tutti conserviamo i vecchi ricordi, vecchie carte, oggetti e altre amenità. Qualche volta conservandole in posti sconosciuti, altri ritrovandole dopo anni di oblio. Avendo una vecchia libreria dove certi libri stazionano da anni, c'è un settore quasi nascosto dove risiedono alcuni quaderni o libri dell'epoca scolastica. Quindi nei giorni scorsi viene fuori (come veniva fuori di tanto in tanto altre volte) un vecchio diario di seconda o terza superiore. Ed essendo le materie da ricordare molto facili, e rimanendo intonso il diario, vi cominciai a fare quello che volevo, divertendomi a fare quello che nelle lezioni non potevo. Ecco qua.

Solo una piccola selezione, irresponsabilmente disegnate a suo tempo su una carta con uno sfondo verde simil-carta millimetrata, con i segni della grafite sfuggita al controllo della gomma, e fissate grazie al cielo con lacca per capelli, per renderle - se non proprio eterne - almeno "durabili"



Ecco. E mentre mi rendo conto che oggi il mondo del fumetto popolare abbia più bisogno di operai che di disegnatori che conoscano la prospettiva, mi chiedo cosa direbbero vedendo queste immagini dei ragazzi di 17 anni che vogliano entrare nel mondo del fumetto, e che fanno ancora gli sfumini con le dita o i personaggi con gli occhioni. Non ho mai detto loro come disegnavo alla loro età. 

Ma in fondo, visti i soggetti, è facile che pensino "Ma perché non disegnavi dei calciatori o donne nude?"

Già, bella domanda...