sabato 2 luglio 2011

Metà Oscure

Fu in un film che vidi diversi anni fa, ma di cui non ricordo l'esatto titolo. Era una delle tante riduzioni de "Il principe e il povero", il classico tema dei due sosia, scambiati per un equivoco o per qualche sordida trama (la seconda, in questo caso), una di quelle trame che gli scrittori nei loro libri di "consigli di scrittura" ti dicono di non usare mai a meno che tu non sia disperato e senza idee (le altre sono la caccia al tesoro e il pazzo che vuole distruggere il mondo), o non sia uno sceneggiatore di StarTrek Voyager, tanto per intenderci.
Comunque, in questa versione de "Il principe e il povero" (ignoro se sia presente anche nel testo originale) c'è una scena in cui il giovane principe, che si ritrova come straccione in mezzo alla strada, viene salvato dall'aggressione di alcuni ceffi da un avventuriero alla Han Solo, e si ritrova a viaggiare con lui per il resto della storia. Il principe ovviamente racconta di essere tale, ma nessuno, e tantomeno il nostro Han Solo, gli crede (in fondo il mondo è pieno di giovani visionari tutto sommato innocui). In questo momento si ritrovano in una taverna, e il principe è isterico, e grida a Han Solo "Come ti permetti di sederti di fronte a me? Sono il futuro Re, puoi farlo solo dopo che io te l'ho concedo!". Han non si preoccupa, è abituato alle esternazioni di quel giovane straccione che comunque è simpatico, ma interrompe l'azione di bere dal suo boccale, e rivolgendosi con esagerata deferenza al suo giovane "principe" gli chiede, in cambio dei favori che gli ha fatto nelle ultime ore (salvato dai ceffi, tirato fuori da almeno mille brutte faccende, pagato i pasti) di concedergli il privilegio unico di poter rimanere sempre seduto di fronte a lui. Il ragazzo si ferma un attimo a pensare, e poi acconsente, lo scambio gli pare equo.
Poi la storia si evolve, il vecchio Re è morto e deve essere eletto come nuovo Re, ma tocca al giovane principe di venire incoronato, e non il povero che è al suo posto, ergo è necessario che al più presto possibile, e possibilmente di nascosto, avvenga lo scambio di persona. Seguono scontri coi cattivi, e Han Solo, tuttora scettico sull'identità del suo giovane amico rompiballe, combatte e vince. Il principe riesce a sostituirsi in tempo, e viene incoronato Re.

Nell'ultima scena il giovane Re entra nella sala del trono per sedersi per la prima volta sullo scranno reale, la sua prima azione come nuovo sovrano, e tutti i dignitari si alzano in piedi. Con loro anche Han Solo, sbigottito nel vedere che il Re ha davvero l'aspetto del suo sciocco compagno. E' a bocca aperta e... in quel momento il giovane Re gli si rivolge, tra lo stupore di tutti i presenti, e dicendo "Tu no, Han Solo. E' un tuo privilegio, ricordi?".
Fine della vicenda, i nobili si chiedono chi sia quel tipo che siede di fronte al Re e brinda alla sua salute. E' uno che si è conquistato un privilegio.

Ci sono molti tipi di privilegi. Un politico pretende l'auto blu, l'elicottero di stato, il barbiere scontato, la tessera per lo stadio eccetera, e se è più scaltro chiede pure di venire coccolato e riverito, e magari anche mantenuto per il resto della sua vita a spese dello stato.
Per il calciatore il privilegio è l'ingresso gratis in discoteca, la Porsche nera e la velina da broccolare. Vincere un campionato del mondo? Bazzecole, non è quello l'obbiettivo principale, ci sono le scarpette da pubblicizzare. Ogni categoria ha i suoi privilegi pretesi.
Per il disegnatore medio è avere almeno il pass gratuito alle fiere. Se è fortunato ha pure il privilegio di avere le copie omaggio della sua pubblicazione, e se è molto fortunato lo pagano per andare da qualche parte. Altri privilegi? Dipendono da persona a persona. Ma per principio dovrebbe valere la regola, valida anche per qualsiasi essere umano, di non venire presi per il culo dal primo che capita.

Un esempio? Se conosco un amico da più di 10 anni, se ci conosciamo benissimo, se possiamo prenderci per il culo quando ci pare senza rimanere offesi, questo non autorizza uno più giovane che conosco da un anno a potermi prendere per il culo allo stesso modo perché noi lo facciamo. L'amico ha un privilegio, tu ancora NO!
Se mi dai un colpo dietro la testa perché lo trovi divertente, come faccio a non spiegarti che può essere divertente se hai 5 anni e sei in cortile di prima elementare, ma non lo è certo venti anni dopo tra adulti. Nemmeno se siamo amici di vecchia data. E se dopo tutto questo elaborato discorso per fartelo capire mi dai pure la botta sul braccio perché vuoi che ti ascolto, sappi che tale mossa NON ti è concessa, porca paletta, per lo stesso identico motivo, e non ti azzardare a darmi pacche sulla nuca pensando sia divertente, NON LO E'!
Ancora: tizia ha avuto un insegnante 20 anni fa, è diventato un suo grande amico, affettuosamente lo chiama con un diminutivo che può suonare irrispettoso, ma lui non s'arrabbia, la conosce e ricambia. Okay, il di lei figlio non può chiamarlo allo stesso modo: se lo fa lui, è un'offesa. Capisci la differenza? E' chiaro il concetto di privilegio conquistato sul campo? E se il ragazzo non capisce, hai la prova che la scuola non è più quella di un tempo.
Ma ci sono anche i privilegi che ti verrebbero concessi, ma che di cui non puoi usufruire: un amico lavora in un maneggio, e il suo lavoro è spalare rifiuti organici tutto il giorno; se lui si definisce uno "spalamerda" e lo trova divertente, questo non vuol dire che io possa chiamarlo così, anche se lui dice che non si offende: no, ma è offensivo comunque, e non fa per me, sorry. Puoi dirlo tu, ma se ci provo io, è uno spregio. Chiamatelo rispetto reciproco, privilegio, pessima abitudine, il nome non ha importanza.

E qui torniamo ai nostri disegnatori. Come dicevo sopra, non ne hanno molti, di privilegi acquisiti. Ovvero, qualcuno vorrebbero averlo, qualcuno ne hanno ma è condizionato, loro malgrado, al ruolo che ricoprono. Un po' come per un partecipante del Grande Fratello.

"Ecco Joey, dal Grande Fratello XXV!" Ovazione della folla televisiva.
"Ecco Domenico, da Zagor!" Ovazione della folla fumettistica.
"Ecco Giogi, da Zona X".......... Silenzio irreale tutto intorno. Due cespugli rotolano nel deserto.


I fatti: c'era una volta un disegnatore veterano, che ha lavorato per quasi ogni editore del passato, avrà disegnato oltre 10.000 pagine di fumetti popolari, pure tu l'hai letto quando eri un ragazzo, ha visto gente, fatto cose, difficili da ricordare tutte senza sembrare che se la stia tirando. E' invitato a partecipare ad una esposizione di originali, durante lo svolgimento di una fiera di fumetti, con annesso incontro col pubblico... ma quando anche tu arrivi in loco scopri che in lista è inserito dopo il giovane maestro, già "aiutante" (concetto infinito, anche lo sgommatore o il ragazzo dei caffè è un aiutante) dell'AUTORE. Vabbè, regole della casa, cosa vuoi che sia? Non sarà la prima volte e nemmeno l'ultima, suvvia...
Ma quando pure le hostess carine ti chiedono se vuoi assistere all'imminente incontro col pubblico del MAESTRO, il tenero Giacomo pensa che si rivolgano al veterano delle 10.000 pagine ("Si, voglio assistere!"), ma scopre subito che il riferimento è al giovane talento ("Vabbè... Allora anche no..."), e in tutto questo non ha nemmeno idea di quando parlerà il veterano (forse domani), allora cominci a pensare che qualcuno qui non abbia ben chiaro cosa sia un privilegio conquistato sul campo. Che le 10.000 pagine non contino nulla. Attenzione NON è colpa dell'autore giovane, pure lui è invitato allo stesso modo, non è lui il problema, ma chi ha organizzato il tutto. A chi non capisce la differenza. O pensa che la differenza (ma voglio credere non sia così) stia tra fumetto popolare (il veterano da 10.000 pagine) e fumetto artistico (l'aiutante del MAESTRO). E quindi secondo questa regola Jack Kirby o Milton Caniff vengono dopo Charles Schulz, perchè Snoopy è filosofia, Steve Canyon e i Fantastici Quattro sono semplice intrattenimento.
Lo sai, pensi che ci siano profondi equivoci in questo mondo di fumetti, fumettisti e appassionati. Che come avviene in qualsiasi altro campo ci sono le piccole ingiustizie e i meriti non meritati. Potresti pensare ai premi fumettistici, a quando quel tal premio - definito a suo tempo l'oscar del fumetto mondiale (ma dai suoi responsabili, non dal resto del mondo) - cominciò a essere assegnato a disegnatori che ti sembravano normali, con curriculum normali e pubblicazioni normali... ma che erano state pubblicate dall'editore che era pure l'organizzatore. Vabbè, hai sentito parlare dei premi letterari e delle loro ingiustizie, non puoi pensare che nel fumetto siano esenti da difetti? No, non lo penso, ma lo stesso modo capisco che il premio "assoluto", quello davvero meritorio, non esisterà mai, perché ci sono troppe variabili nelle regole di attribuzione. Ricordi quando un tuo collega amico si ritrovò candidato ad un premio importante organizzato da una celebre fiera di fumetti, e candidati con lui erano anche autori di fumetti... strani. Non brutti, ma decisamente "strani". Con cerchi o quadrati che parlavano, dove si esprimevano concetti, i colori si sovrapponevano senza apparenti regole, oppure erano del tutto senza testi (o impaginazione). E il tuo amico invece disegnava persone con braccia e gambe. A vincere furono quelli che sembravano amebe che parlavano (poco), colorate (poco) e disegnate (altrettanto poco). Qualche ragionevole dubbio sul premio ti venne già allora.

In quel momento la tua metà oscura cerca di prendere il sopravvento, sfonda quel muro che le hai eretto intorno per tenerla sotto controllo, e ti insinua nella mente il ricordo della lettura di un tipico curriculum, dei tanti talentuosi esordienti e aspiranti promesse del radioso mondo dei comics. Tutti ne abbiamo letti di simili, sono più o meno così:

Tal dei Tali
Ha partecipato alla mostra collettiva di Villa Romea di Steveriàn nel 1998, e infinite altre (seguono dieci righe con altrettante date e luoghi di mostre collettive); ha pubblicato sui volumi "Omaggio a Pazienza", "Omaggio a Giardino" (segue la lista di altre dieci pubblicazioni di omaggio a qualche autore), ha partecipato all'antologia "Mostri metropolitani" edita dal collettivo Metropoli nel 2003 (e altre 10 pubblicazioni di editori liberi e indipendenti), ha pubblicato storie a fumetti sulla rivista "Treno amico dei pensionati" e "le Ville venete e Napoleone", suoi disegni sono apparsi su Scuola di Fumetto, Fumo di China e Fumetti d'Italia, ed ha lavorato professionalmente con Bonelli e Topolino. Ha pubblicato diversi volumi con l'editore Tizio, e storie con Caio, Sempronio e Tribuzio. Ha tenuto un corso di fumetto presso il comune di Chieti nel 2007.

Intanto nel totale il curriculum è arrivato ad essere lungo venti o trenta righe, e concludi (sei giovane e ingenuo) che il tipo ne ha fatta di roba.

Il mio curriculum anni fa era questo:
Giacomo Pueroni, dopo aver lavorato nel campo della grafica, comincia a pubblicare vignette umoristiche su pubblicazioni amatoriali di Fantascienza. Poi entra alla Sergio Bonelli Editore e lavora su Zona X e Jonathan Steele.

Tre righe. Anche allungando il brodo, aggiungendo i nomi delle pubblicazioni amatoriali e qualche aggettivo colorato, al massimo arrivavo a quattro, sempre meno del giovane esordiente.
Ma quelle quattro righe (con aggettivo) volevano dire anche dire più di mille pagine pubblicate di fumetto popolare. Gli anni passano, e col tempo ho aggiunto i nomi di altri editori con cui ho collaborato, e il curriculum (senza aggettivi) è arrivato alla ragguardevole lunghezza di sei righe. Se aggiungo molti aggettivi posso arrivare a sette, forse otto. Di più non riesco, mannaggia. E le pagine disegnate e pubblicate nel frattempo sono prossime alle 2.000, se non l'hanno già superato.
Secondo voi, quale dei due curriculum fa più effetto?

Ora sei pronto affinchè la tua Metà Oscura prenda il sopravvento. Puoi rinnegarla, cercare di respingerla, ma è inutile, fa parte di te. E' la tua parte cattiva, quella che non subisce e si sfoga, che si prende i suoi 5 minuti di cattiveria, e rilegge il curriculum del giovane esordiente, sezionandolo col bisturi, per capire tra le righe che cosa DAVVERO ci sia scritto.


Ha partecipato alla mostra collettiva di Villa Romea di Steveriàn nel 1998, e infintite altre ( seguono dieci righe con altrettante date e luoghi di mostre collettive);

Un disegno in una mostra collettiva. Ne fanno tante, a volte ti puoi imbucare facilmente. Guadagno prossimo allo zero, ma se riesci a vendere l'originale, puoi considerarti molto fortunato. Ma non ti arrabbiare se in una collettiva dedicata alle rose nell'iconografia Art Noveau nessuno ha apprezzato il tuo omaggio ai Judas Priest.

Ha pubblicato sul volume "Omaggio a Pazienza", "Omaggio a Giardino" (segue la lista di altre dieci pubblicazioni di omaggio a qualche autore);

Stesso discorso di sopra. Ti chiama Caio Tizio e ti dice "Me lo fai un omaggio al Maestro, per un volume collettivo? Se sei esordiente lo fai, fai qualsiasi cosa. Anche un omaggio a Oesterheld, pure se non sai neppure chi sia o comecacchio si scrive, o ai Watchmen senza nemmeno averli letti. Chiaramente il disegno è aggratis, ma se sei molto fortunato ti regalano una copia del volume; se sei abbastanza fortunato ti fanno uno sconto sul prezzo del volume stesso; se sei normale devi comprarlo, ma se chiedi anche ai tuoi parenti e amici di prenderlo per sostenerti, l'editore te ne sarà grato, e forse a Natale ti inserirà nella mail collettiva di auguri.

...ha partecipato all'antologia "Mostri metropolitani edita dal collettivo Metropoli nel 2003 (e altre 10 pubblicazioni di editori liberi e indipendenti),

Pubblicazioni indipendenti... Se l'editore è in gamba potrà convincere le fumetterie locali a tenere in negozio qualche copia delle loro pubblicazione (carta patinata, bianco e nero, però con le sfumature di grigio, che fa fico, brossurato, ha 48 pagine ma pesa un chilo, e il prezzo da cartonato a colori). Non c'è la certezza che l'editore abbia l'abitudine di mandare gli auguri per Natale, meglio informarsi. Di sicuro, quando gli editori indipendenti compilano il loro di curriculum, il nome del giovane esordiente serve a riempire le duecento righe necessarie (trecento con un sapiente uso di aggettivi).

...ha pubblicato storie a fumetti sulla rivista "Treno amico dei pensionati" e "le Ville venete e Napoleone",

Riviste a modesta o anche grande diffusione, ma non specifiche di fumetti. In cui manca un editor con spirito critico. Puoi chiamare e proporti con una storia a fumetti, e il redattore responsabile ti ringrazia, ti dice sì, perchè gli togli il peso di dover riempire 10 pagine a parlare di treni per pensionati e ville venete e Napoleone. Guadagno probabile, o perlomeno possibile. Se sei molto fortunato è abbondante; se sei abbastanza fortunato ti intestano un'abbonamento; se sei normale chiedi ad amici e parenti di prenderlo per sostenerti. E' molto probabile che per Natale ti arrivino gli auguri stampati su cartoncino. Sai com'è, le riviste cartacee hanno ancora questa abitudine di usare la posta normale.

...suoi disegni sono apparsi su Scuola di Fumetto, Fumo di China e Fumetti d'Italia,

Potrebbero aggiungere qualsiasi altra rivista, tutti abbiamo avuto almeno una volta un disegno pubblicato su qualche rivista. Guadagno zero. Ma una riga in più nel curriculum.

...ed ha lavorato con Bonelli e Topolino.

Solo perchè sei un tipo preciso (le Metà Oscure a volte lo sono) vai a controllare: una storia qui e una sola là. Oppure trovi la sua pagina di Wikipedia, e scopri che ha colorato un numero di Prezzemolo. E non ti chiedi come mai una seconda storia non ha seguitola prima, perchè in fondo la risposta la sai: ma lasci che a farsi questa domanda ci pensi qualcun altro.

Ha pubblicato diversi volumi con l'editore Tizio

Talent scout che ti paga discretamente, si tiene gli originali, ti chiede di partecipare alle fiere e di fare promozioni - il pass te lo fornisce, almeno quello - ma ti borbotta dietro se non gli sei eternamente grato per la sua immensa generosità. Se sei sfigato, oltre a tutto questo ti stampa il volume in copisteria.

... e storie con Caio,

Editore che non paga, si sa, lo sanno tutti, e lo evitano come la peste, e se tanto mi dà tanto hai imparato pure tu a evitarlo, ma intanto va bene per il curriculum.

...Sempronio

Niente anticipo e 10 % sulle vendite, ma distribuzione pessima, quasi inesistente; puoi sempre ricorrere ai parenti.

...e Tribuzio

Gestita da curatore globetrotter dal curriculum immenso, ma mancante della dicitura - dopo ogni editore elencato nel suo di curriculum - della specifica "cacciato a pedate per dimostrata incompetenza".

Ha tenuto un corso di fumetto presso il comune di Chieti nel 2007

Ecco, se si fortunato qui hai preso molti soldi. Magari evita di dire che il corso era per i bambini della scuola materna, non da' valori aggiunti, anche se allungheresti di una riga il curriculum.

Messaggio Nascosto nel curriculum: ti mantengono i genitori, o hai un buon lavoro in banca. O sei ricco e basta, e i fumetti li fai per divertimento, un po' come faceva Pia Zadora ai suoi tempi.

No, i disegnatori non chiedono molti privilegi. Se li devono conquistare, ma alla fine poi non sembra nemmeno che siano così importanti., ed è un peccato. Così come non è importante nemmeno sfondare il tuo muro personale e lasciare sfogare il tuo Lato Oscuro: tanto poi torni a erigere il muro per tenerlo isolato. Ma è sempre lì, pronto a uscire.

Non provocatelo, mi raccomando.

Epilogo
Senza volerlo, a quella fiera di fumetti hai sentito una delle hostess carine che raccontava agli amici della sua serata precedente, con le amiche al seguito del giovane autore per bar. Non l'hai fatto apposta, si sono seduti nella panchina davanti allo stand in cui eri tu, coprendo la visuale della tua presenza al resto della fiera, e pure se stai facendo altro non puoi non ascoltare mentre racconta per dieci minuti buoni - non sottovoce - la serata di lei e le sue amiche al seguito del giovane maestro, con la voce piena di stupore.
Aspetti che finiscano. Che si alzino e si allontanino piano.
E poi, solo poi, cominci a ridere come un matto...

5 commenti:

  1. La filosofia de "l'allungamento del brodo" detta anche "rimpolpamento del curriculum" è una fine arte a cui tutti noi ci siamo dedicati almeno una volta nella vita. IL dramma è quando il brodo viene allungato istituzionalmente e sistematicamente. Quando pur di promuovere Jimmy Pallottino (stella emergente del fumetto artistico) si fa qualsiasi cosa al fine di vendere due copie in più...
    Ma la verità è quella che alla fine hai sottolineato...una verità SEMPLICE e per altro NEPPURE infamante o disonorevole...(a patto che non la si rinneghi o si nasconda...)
    Verità che risponde ad una sola domanda: DI COSA CAMPI?
    E le risposte le hai date tu...
    Campo di mamma e babbo.
    Campo di affitti.
    Campo di soldi di famiglia o faccio un altro lavoro che mi vergogno di dichiarare...

    E non ci sarebbe NIENTE di male se lo si ammettesse...
    Perchè tutti siamo stati campati e TUTTI useremmo i soldi di famiglia o gli affitti degli immobili o i soldi di una moglie figa e ricca se li avessimo (sì....io non mi fare problemi manco con la moglie ricca, ma almeno la vorrei figa...).
    Quello che fa veramente INCAZZARE è quando qualcuno di questi qui spunta e sventola il curriculum vitae dicendo "da dieci anni VIVO di fumetto"...
    O di illustrazione.
    O scrivendo.
    O componendo MUSICA.

    Al che io replicherei: "COL CAZZO!"
    Ti campano.

    Perchè anche arrogarsi il diritto di dire-di-fare o essere è UN PRIVILEGIO...
    e i privilegi bisogna guadagnarseli....

    (almeno con una prova di sincerità...).

    Massimiliano Guadagni

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  2. non capisco bene dove volevi arrivare con tutta questa pappardella (cioè in sostanza vuoi dei privilegi, non li vuoi,non vuoi che li abbiano gli altri...non lo so, non ho capito, ho bisogno di ulteriori imput)) , ma zona x sempre rimarrà nel cuore.

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  3. Caro Stefano, semplicemente la mia metà oscura è venuta fuori assistendo all'episodio del giovane aiutante sopravanzare il professionista veterano. E di lì a pensare se esistono certi minimi privilegi di merito. E la risposta non la so.
    E anche a me Zona X rimane nel cuore... :-)

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  4. Già il termine “pappardella” per descrivere quel che tu hai pensato, elaborato e scritto la dice lunga sul risultato che ci si può aspettare da un discorso sul “rispetto del merito”. La parola “privilegio” può suonare ambigua a qualcuno, a quelli che pensano, come tu dici, al politico, allo sportivo, al figurante televisivo.
    Difficile discorso il tuo, ci vorrebbe un’educazione rispettosa per accettarlo e credo che tale educazione manchi, per molti motivi inutili da rivangare.
    Non ci possiamo meravigliare che anche in ambito lavorativo manchi la capacità di valutare se stessi e gli altri. Si chiama autocritica. Molti sono sicuri d’essere al punto più alto solo perché non hanno mai guardato nulla oltre il loro ombelico. Ma non hanno maestri? Il “giovane aiutante” forse ce la farà, ma credo che, non sempre per sua colpa, non durerà. L’idiota di turno metterà anche lui in soffitta appena gli capiterà l’occasione di usare un altro ”ggiovane talento”.
    Mentre scrivo mi accorgo che, il mio, potrebbe essere inteso come un discorso contro le giovani leve, i giovani in generale. Me ne scuso, ma quando si fatica molti anni per imparare a disegnare o a scivere, è difficile, come fai tu seppur con un sorriso finale, accettare che, non uno, ma una torma di “artisti” riesca a farsi ascoltare disegnando e raccontando come alle elemetari. Sono certo che tale facilità di gloria renderà sempre meno importante TUTTO il mondo italiano del fumetto.

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  5. Nel finale ho scritto "elemetari" e non elementari.Questo dimostra che devo ancora studiare più attentamente quel che faccio. Chiedo perdonanza.

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