giovedì 26 gennaio 2012

Centottantotto

Ogni tanto arriva anche il momento di usare il blog in maniera più tradizionale, ovvero il modo in cui il 97% dei disegnatori usa i blog. "Per farsi i fatti propri?", domanda il lettore attento.
No, per farsi pubblicità. O perlomeno, visto che sono parole pur sempre tra pochi intimi, (niente più di quattro chiacchiere tra amici) il momento di annunciare cosa troverete pubblicato di Jack nei prossimi giorni.
Troppo spesso qualche amico o conoscente mi ricorda che ho  scordato di ricordare loro quando era uscito qualcosa di mio. Accidenti, succede sempre che ti dimentichi di qualcuno, porca paletta, per cui scriverò tutto qui, e poi manderò loro via mail il link del blog, così se succede di nuovo posso sempre accampare la scusa che "l'avevo scritto nel blog". Non che serva, quando i parenti ti telefonano arrabbiati, ma almeno così è meglio che accampare un'amnesia improvvisa dovuto allo shock termico dell'inverno. 
Anche se in quest'ultimo caso qualcuno mi aveva pure creduto, incredibile ma vero...
 Inizio anno pieno di impegni, poichè per tutta una serie di motivi si trovano ad accavallarsi produzioni diverse, cominciate in tempi diversi ma finite quasi alla pari, per cui è meglio se scrivo tutto per bene, e non faccio errori.

 Per fare le cose per bene, appunto, dobbiamo seguire l'ordine cronologico di pubblicazione. Ad aprire la danze è stata la pubblicazione del terzo volume della serie Don Camillo, delle Renoir, raccolta di storie brevi tratte dai racconti di Guareschi, uscito un mese fa, nelle librerie. 
In coda al volume una storia di 8 pagine disegnata da Giampiero Casertano e inchiostrata da me. Un lavoro cominciato in punta di piedi, timoroso di sbagliare tutto, dovendo lavorare su matite di un disegnatore più celebre, il tutto seguito con rigorosa cura da Davide Barzi, e alla fine anche il timore di lesa maestà è passato, una volta che lo stesso Casertano mi ha dato l'ok, una volta visto il mio lavoro di inchiostro (grazie Giampiero). Maledicendo i raggi delle biciclette mentre li disegnavo (guai a sbagliare come sono messi in una ruota, altrimenti se ne accorgono tutti, porca paletta), e a parte qualche piccolo qui-pro-quo nelle comunicazioni (il mondo non saprà mai quanto è arrivato vicino alla sua totale resa nei confronti delle truppe di Vega...) tutto è andato per il meglio.
In lavorazione anche una seconda storia di Guareschi, sempre con Casertano, ma in uno dei prossimi numeri (ci arriveremo quando sarà il momento).

Seconda pubblicazione, uscita proprio in questi giorni in edicola, ecco Kepher #3, edizioni Star Comics, su testi di Roberto Cardinale e Stefano Nocilli. Il ritorno ai Bonellidi dopo un po' di tempo, il primo senza Federico ai testi (ma rimedieremo prima o poi), un lavoro che si è prolungato oltre il tempo preventivato, perchè per fare le cose bene, come diceva Obi Wan Kenobi, ci vuole tempo, e un bonellide non si disegna in 3 mesi, sperando che poi nessuno se ne accorga e te lo faccia notare. Così alla fine ci metti 8 mesi, vai fuori mercato, fuori dal mondo e dalla logica, ma se sei uno che ci mette sempre l'anima (o quella che rimane), non ce la fai a tirare via, e la cura che ci metti è la stessa di sempre.
E così alla fine entra un'altro bebè nella famiglia dei fumetti di Jack, primo tra i pari, laddove nessuno dei lavori presenti e futuri è il prediletto del babbo, ma sono tutti belli e bravi allo stesso modo. E se un preferito c'è, Jack non lo dice di certo. Giusto per essere chiari, da piccolo odiavo quando amici di famiglia e parenti mi chiedevano sorridenti "Bel bambino, ma vuoi più bene a mamma o papà?", e non si fidavano delle diplomazia del piccolo Giacomino che biascicava un "tuttiedue!": peste vi colga, voi che rivolgete domande simili agli infanti!
Ma come al solito mi emozionerò trovandolo in edicola.
Comunque, un grosso grazie Roberto per la fiducia e la supervisione rigorosa.

Le terza uscita non è un bonellide, ma un bonelliano vero e proprio: Nathan Never #249, "Cielo di fuoco", inchiostri miei su matite di Guido Masala, i testi di Stefano Vietti, e la cura certosina ma inflessibile di Antonio Serra, in edicola dal 18 febbraio.
La storia finale della saga delle "Guerra dei mondi", dove il disegnatore, mentre la disegna, viene a sapere suo malgrado tutto, ma proprio tutto quello che accade e accadrà nei prossimi mesi (addio supence, per i disegnatori non esiste). Un'intesa ottima con Guido, la fiducia di Serra (The Best of Both Worlds) e le sue attente osservazioni, ed  ecco la storia che mi ha permesso di rientrare in una grande famiglia che non ho mai sentito troppo lontana.
E che in una fredda giornata d'inverno mi ha permesso di farmi sentire (per non più di 5 minuti, ma me li farò bastare) come il salvatore della patria (il mondo non saprà mai, bla bla bla, non pensate chissachè...). Altra emozione (più più) anche in questo caso, quando lo prenderò in edicola.

Davide, Graziella, Giampiero, Roberto e Guido: cinque persone che ho conosciuto nell'ultimo anno, con la quale è nata una fiducia reciproca e una buona intesa. E nessuno di loro l'ho ancora conosciuto di persona, e questo da solo dovrebbe essere un buon motivo per fare un monumento all'inventore del telefono e a quello delle mail. 

"Okay," dice il lettore atttento, "Ma poi? E nei prossimi mesi che dobbiamo aspettarci?"
Una cosa alla volta, non vi bastano nello stesso mese 188 pagine bonellidi in bianco e nero? Ne volete ancora?
Okay, ma più in là.
E avendo solo il cielo come limite.

1 commento:

  1. Ho acquistato oggi Nathan: già sfogliandolo soltanto ho avuto una bella sensazione dai disegni... intanto quindi complimenti

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