giovedì 25 dicembre 2014

Amarcord in salsa Chili 2


Prima che me lo diciate nei commenti, sappiate che lo so: dovrei aggiornare più spesso.
Ma nella vita ti ritrovi sempre in ritardo per qualcosa. Vedere un film, leggere un fumetto, finire quel lavoro, iniziarne un altro, mantenere promesse fatte ad amici, contare le stelle nel cielo convinto che siano meno di 46.000.

Poi un giorno trovi una cosa che ti manda col pensiero indietro di qualche anno, e decidi che devi farci un pezzo per il blog, che il tema è perfetto come proposito per l'anno nuovo... ma nel frattempo dovevi finire la seconda parte di un altro pezzo, quello che volevi postare a novembre e che invece adesso, a Natale passato, è ancora da fare. Il tempo vola, porca paletta, per cui mettiamoci d'impegno e concludiamo le cose da concludere.

Nell'articolo precedente avevo parlato di un certo numero di fiere di fumetti, mescolando un po' di Amarcord con qualche riflessione. E mi ero reso conto che la riflessione stava diventando una cosa differente dal resto del pezzo, per cui avevo deciso di dividerla, e oggi vi renderò partecipi del motivo.
Non so l'idea che vi siete fatti voi, ma rispetto anche solo a 5 anni fa, le fiere (mercatino, mercato, festival, in qualsiasi modo vogliate chiamarle) dedicate ai fumetti sono aumentate, sparse un po' per tutta la penisola.
Tutte uguali? No, per niente.
Tempo fa un amico che gestiva una fumetteria le divise simpaticamente tra fiera coslayer e fiera cartamuffa.

Perchè una fiera è differente da ogni altra, sopratutto a seconda del visitatore a cui è dedicata.
Sei un appassionato di comics con la fedele mancolista? Sei solo un passante curioso? Sei un autore affermato? Sei un'esordiente? Un editore? Collezioni disegnini fatti dai disegnatori? Cerchi i dischi di Rhianna? Ti piace vedere i cosplay? Porti il figlio a vedere i cosplay? Hai una figlia che fa il cosplay? Sei disegnatore e omaggi di disegni il pubblico?
In qualcuna potrai fare alcune di queste cose, in altre no. E così in altre ancora potrai fare il contrario.


La fiera Cosplayer è quella dove trovi di tutto: la fascia di Naruto, qualche edizione speciale di Grant Morrison, il premio al disegnatore affermato, mentre sullo sfondo risuona dagli autoparlanti l'amplificazione di un concerto love di sigle di anime anni '70. E dove trovi i cosplayer. E i gadget, i pupazzetti, portachiavi, i DVD e i CD Import delle sigle giapponesi, gli esordienti e le loro autoproduzioni. Che tu sia un appassionato o un cosplay, trovi di tutto e di più, e in teoria potresti sempre tornare a casa soddisfatto.

La fiera Cartamuffa è quella per l'appassionato di fumetti classici. Il collezionista con la mancolista, il veterano alla ricerca di quel singolo numero, che sia un fumetto di anteguerra o un'edizione speciale del Corriere dei Piccoli. Il termine può sembrare denigratorio (in realtà è un termine affetivo, come potrà spiegarvi ogni appassionato con mancolista), ma la fiera non lo è. Trovi le edizioni originali dei fumetti a striscia, edizioni dell'Avventuroso, annate dell'Intrepido e Lanciostory, materiale in tiratura limitata e originali autografati e non. Pochi manga, molti Bonelli storici, gadgets in quantità micro-minima, qualche negoziante con le edizioni originali dei Cosmo Oro della Nord, insomma è il classico negozio di dolci in cui l'appassionato si perde, e il naufragar gli è dolce in quel mare.

A volte trovi lo stesso materiale in entrambe, o incontri gli stessi appassionati e gli stessi negozianti, ma il materiale che portano non è lo stesso. E qui ti accorgi delle differenze particolari...

1) Sei in questa bella fiera dell'antiquariato, giri in lungo e in largo mentre intorno a te scorrono mancoliste e dialoghi su eroi scomparsi, davanti ai tuoi occhi una buona parte di quei fumetti è protetta da buste di plastica per preservarle dai danni del tempo. Ti fermi spesso, guardi quelle cassette piene di cartonati anni '70, di brossurati anni '90, e di tascabili anni '70. Leggi tra gli altri i titoli di Pecos Bill, Kinowa e Occhio Cupo. Non hai davvero idea di cosa cercare, certo hai qualcosa che ti manca, ma ti sei posto dei limiti di spesa e non intendi superarli se non per casi davvero speciali.
Osservi quel volume di Pratt, che tu hai dal 1989, e conti gli zero nel prezzo, sfogli quel volume che potresti prendere, ma avendo la serie incompleta non hai fretta, e sei convinto che se quel volume di Moebius può valere i 30 euro richiesti, sai che quell'altro disegnato da un suo clone non li vale di certo. I classici di Topolino senza numero, quelli precedenti al 1977/78 (quando presero la numerazione che continua ancora oggi) e per quei tascabili incellofanati leggi cifre che (se sei fortunato) vanno da 40 euro in su, o il primo Almanacco di Martin Mystère a 80 euro. E i numeri sciolti del Corriere dei Ragazzi a 5 euro al colpo. E così via, ma sai che quelli sono i prezzi dell'antiquariato. C'è qualche scatolone di offerte, tutto a 15 euro, tutto a 10, ma con una decina di volumi in ognuno.

2) Sei in questa bella fiera, intorno a te impazzano i cosplayer e le famiglie e i bimbi, e le musiche dei cartoni impazzano dagli autoparlanti. Intorno a te scorrono appassionati alla ricerca di action figures, mancoliste di manga, dialoghi su eroi che ancora non hai imparato a conoscere, e davanti ai tuoi occhi una buona parte di quei fumetti è impilata in buste di plastica per tenere unita una serie completa uscita anche solo due anni prima, iper-protetta già di suo da una copertina di cartone degno di una scatola di sale grosso da cucina, e pure con lo stesso colore grigio. Ti fermi ogni tanto, guardi quelle cassette piene di 200 serie di manga, di brossurati bonellidi anni '90 e serie di cui eri contento di esserti dimenticato l'esistenza. Tra i titoli leggi Dragonball e One Piece, Lazarus Ledd e Nick Raider sono esposti al fianco di Dagon e Dick Drago. Continui come sempre a non avere davvero idea di cosa cercare. Certo, hai sempre qualcosa che ti manca ed i tuoi soliti limiti di spesa, ma sempre pronto a violarli per i casi davvero speciali. Osservi quel volume Rizzoli anni '70 e pensi che abbiano sbagliato il prezzo, perché manca uno zero. Trovi quel volume di Moebius che può valere i 30 euro richiesti, e in uno scatolone sotto il tavolo, sotto la dicitura "Tutto ad un euro" trovi quell'altro volume  disegnato da un suo clone. I classici di Topolino senza numero e senza cellophane a 5 euro, e ti ripeti che devono essere distrutti se li trovi a 4 euro (no, gli sfogli e sono perfetti), e sono pure precedenti al 1977/78. Tò, c'è pure il primo Almanacco di Martin Mystère a 15 euro. E i numeri sciolti del Corriere dei Ragazzi a 1 euro, "ma e ne prendi di più ti faccio lo sconto".
E gli scatoloni delle offerte sono ben 15, e il cartellino passa da "Tutto a 10 euro" a "Tutto a 5 euro".
Il bello è che a volte i negozianti sono gli stessi della fiera dell'altra volta...

3) Sei tornato in una fiera di cartamuffa. Curiosamente quel cartonato disegnato da un clone di Moebius è tornato sopra il tavolo al prezzo pieno, e Hugo Pratt si è ripreso quello zero mancante, così come i classici incellofanati (e con qualche strappo in copertina). E non sei finito in un'universo parallelo, è sempre il tuo caro vecchio mondo.


Che accade? Qual'è la differenza? Perché posso trovare gli originali Marvel anni '90 a 4 euro il pezzo, mentre in un'altra fiera li trovo "Tutti ad 1 euro"? E perché in alcuni scatoloni in iper-offerta trovi i brossurati Nuova Frontiera o Isola Trovata, gli speciali Comic Art, striscie di fumetti sconosciuti ai più (chi conosce Harry Sprint alzi la mano), scatoloni pieni zeppi di ogni testata Bonelli, di Topolino di ogni lustro, di Diabolik, Alan Ford e Kriminal, libri e riviste che arrivano da epoche in cui gli editori locali avevano un grafico professionista che curava le loro edizioni, e non si limitavano a ristampare impianti americani e francesi, identici all'originale. Possibile che ci siano tutte queste differenze tra una fiera e l'altra?

Oh, lo so che c'è una cosa chiamata crisi, che a volte non conviene tenere ad un prezzo alto cose che non vendi. I motivi possono essere molti, non ultimo quello del pubblico che incontrerai a quella fiera. Ma l'appassionato che vive dentro di me spesso è rientrato soddisfatto da alcune fiere, dove  ha trovato materiale per lui molto interessante: Atmosfera Zero di Jim Steranko negli scaffali a 3 euro, la raccolta dei primi numeri di Attenti a quei due (disegni di Ortiz per il mercato bitannico) nello scatolone del singolo euro, cosí come gli Excalibur di Clarmont e Davis e i Generation X di Lobdell e Bachalo, marvel USA originali, le ex rare copertine laminate, lastricate, olografate della Image, la rivista di Rin-tin-tin (disegnato da Marcello, apperò) con Buck Danny a puntate in appendice ed il sergente Kirk di Pratt e Oesterheld, i cartonati illustrati quadrati della Granata (il principe nel suo giardino et similia), numeri sciolti del Corriere dei Ragazzi che avevi perso a suo tempo, lo Zorro Disney di Alex Toth, e Jaime Hernandez e Jack Kirby, e altre raffinatezze da gourmet dell'inchiostro stampato di un certo tipo.

Tutta roba che in altre fiere, prima e dopo, ho trovato in altri scatoloni prezzo maggiorato.
E da buon trekker so benissimo che trovi un volumetto da edicola "La pista delle stelle - Mondadori" ad una fiera trek venduto a 10 o 15 euro assieme all'appassionato che te li dà volentieri e si considera molto fortinato, mentre in una fiera fumetti li trovi a 5 euro o meno.

Bho. Sì-sì, il mercato si evolve, i prezzi cambiano, lo stesso valore muta da un negoziante all'altro, se ne hai 1 copia o 50, qualcuno ti dirà che vale 20, un altro ti dirà che vale 7, qualcuno non ha idea del valore di quell'altro fumetto, per quell'appassionato QUEL fumetto vale moltissimo e quell'altro no.

Siamo noi pubblico a motivare questi cambi di prezzo? A voi non viene mai il dubbio che stia accadendo anche nel nostro piccolo mondo di carta stampata ciò che le banche e gli imprenditori hanno fatto per anni col mercato immobiliare? Che alla fine i prezzi gonfiati precedentemente prima o poi esplodono?

Tranquilli, la risposta non ce l'ho, e non credo che abbia nemmeno importanza scoprirlo. Se a qualcuno interessa il perché e il percome di tutto questo, si accomodi e arrivi alle conclusioni che desidera, ne ha facoltà, che siano per lui misteri piccanti o teorie del complotto. Ma potrebbero essere anche i deliri di fine anno di un disegnatore che ha mangiato troppo al pranzo di Natale... (non trascurate questa ipotesi).
Bolla immobiliare o no, teoria del complotto o teoria dello specchietto per allodole, qualunque possa esere la risposta, so che personalmente continuerò a vigilare negli scatoloni appartati, sopra e sotto i tavoli, tra i cosplayer e la cartamuffa, seguendo l'istinto e la forza, in cerca di qualche cosa che non ho idea di cosa sarà.


Ma caro Jack, forse dici così solo perché ormai alcune tue collezioni le hai complete da tempo, per le altre hai ancora speranza di terminarle un giorno senza dare via un rene, e un autografo di Magnus ce l'hai da prima di essere stato giovane.

See ya, Folks!

venerdì 7 novembre 2014

Amarcord in salsa Chili

LuccaComics 2008
Nel corso di ogni anno faccio toccata e fuga in diverse fiere dedicate ai fumetti. Sono già tre anni, forse quattro, che non vado a LuccaComics, e quest'anno ho pure saltato Cartoomics, ormai saldamente stabilita a Milano-Rho. Ma tra quelle visitate in passato figurano anche una MantovaComics, due Comicon a Napoli, una Comiconvention al Quark Hotel di Milano in tempi preistorici, oltre all'unica edizione di FirenzeComics mai organizzata, alla stazione Leopolda, sotto gli strali di Giove Pluvio, della stagione fredda, e dell'indifferenza del pubblico (anche se non direttamente in quest'ordine).
A queste, sottovoce e senza strilli, si aggiungono quelle a livello locale, situate qui nel ridente nord-est: Pordenone, Trieste, Fiume Veneto, Godega, San Donà del Piave, Treviso e Padova, e svariate altre sparse qua e là nella Terra di Mezzo. E un paio di queste saranno protagoniste di questo pezzo che torna ad aggiornare il blog dopo la pausa di ottobre. Ma è bello lungo, per cui fingiamo che vale doppio.

PadovaComics accavalla da qualche anno le sue date con quelle di Lucca, nel primo weekend di novembre, col risultato di riempire il capannone dedicato al "Comics & Collezionismo" piú al Collezionismo che ai Comics, essendo frequentato da coloro che a Lucca non ci vanno (e pare che a Lucca vadano davvero tutti). Ma essendo ubicato all'interno di Tuttinfiera, nel quartiere fieristico di Padova, non puó decidere le date, e cosí divide il weekend con hobby e tempo libero, collezionismo, elettronica, fitness e auto d'epoca. L'anno che spostarono le date ai primi di dicembre, fu abbastanza desolante vedere poca gente in giro, e l'esperimento dicembrino non ebbe seguito. Da allora prosegue regolarmente una volta all'anno, il primo weekend di novembre, anche se solo come mercato modesto.
Eppure aveva iniziato con grandi aspirazioni...

Era il 1997, l'anno di una piccola grande rivoluzione. La tradizionale e storica Trevisocomics di ottobre si trasferiva a Padova, per motivi vari. Fu organizzata La Bonelliana, una grande mostra dedicata alla Bonelli, con diverse esposizioni e molti autori presenti. Fu la mia prima fiera visitata come autore, e tra gli altri autori presenti conobbi in particolare Teresa Marzìa, che partecipava insieme al marito Federico Memola, mio supervisore e sceneggiatore su Zona X, dove avevo iniziato a lavorare da meno di un anno.
Glamour editore dette alle stampe un prezioso catalogo generale con tutta la produzione Audace-Bonelli (indispensabile per ogni appassionato Bonelli), a luglio era uscita la mia prima storia disegnata su Zona-X, e quindi in quel catalogo, seppure per tre mesi, c'ero anche io (sniif, commozione). Una fiera ricca, anche se personalmente ricordo poco, se non che c'era folla. Insomma, una fiera importante.
Forse troppo. O troppo costosa?
Nei due anni successivi infatti arrivarono le vacche magre. Si abbassò lo standard (o mancarono gli sponsor) e si trasformò in un semplice mercato all'interno di un garage sotterraneo, dalla parte opposta della città. Tanta folla ma un po' ostico e claustrofobico, e livello culturale (leggi mostre) zero. O se c'erano io non me ne sono accorto, e in quel caso qualcuno avrebbe dovuto essere cazziato per la mancata promozione. Sorry, niente foto di questi eventi, la mia abitudine di fare foto ovunque è di qualche anno dopo.
Come ho scritto sopra, oggi resiste ancora, ai primi di novembre, ma quando passi più tempo a vedere e fotografare le auto, forse non ci vai più solo per i fumetti.

Chevrolet Corvette del 1958. Arte pura...

Treviso però era e rimaneva la vecchia classica. Era stata la mia prima fiera a fumetti, visitata per caso un giorno che ero da quelle parti a trovare un amico. "Se ti va domani mattina facciamo un salto a vedere Trvisocomics" mi aveva detto la sera precedente il buon amico Daniele. Al tempo ero ancora un semplice appassionato e curioso, e visitare quell'edizione fu molto invitante: mercato e mostre, una goduria, anche se il mercato lo evitai. Quell'anno era dedicata, tra le altre cose, a Cristoforo Colombo (e questo mi suggerisce che fosse il 1992), e in uno dei locali (Palazzo Ducale?) era esposita l'intera l'opera omonima creata da Altan, che lessi per la prima volta lì, sotto le sue bacheche. O quell'anno o uno dei successivi visitai anche una mostra dedicata a Batman, dove erano state esposte alcune pagine originali del Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland, e ricordo che rimasi senza parole a vedere gli strati di cartoncino e bianchetto delle infinite correzioni, io che ero convinto che un disegno dovesse essere preciso e perfetto come quelli che presentavi all'insegnante dopo un compito.E invece scoprivo che l'errore era tollerato. E che il disegnatore poteva sbagliare, che non era infallibile, ma solo un essere umano come noi.
Quella prima volta Daniele si offri di insegnarmi la strada per raggiungere Palazzo Ducale e Cà dei Carraresi da solo, due dei piú prestigiosi palazzi dedicati alle mostre, ma io fui pigro, pensai che non mi sarebbe servito a molto e mi limitai a seguirlo mentre mi faceva strada, ma anni dopo rimpiansi la cosa (vedi dopo).
Negli anni successivi tornai spesso a Trevisocomics, che ad ogni ottobre si presentava al pubblico.

TrevisoComics, lo scorso settembre.
Ubicato nella sede della locale Camera di commercio, a breve distanza dalla stazione FS, con il McDonald's lungo il tragitto, nel caso avessi avuto fame. Piano terra dedicato ai commercianti, primo piano alle proiezioni. Era il periodo della Granata Press di Luigi Bernardi e degli arrivi dei primi VHS giapponesi. Si cominciava a parlare di Akira di Otomo, ci si augurava di riuscire a vedere il film nei nostri cinema. L'unica volta che entrai nella sala proiezioni ebbi il tempo di vedere una testa che scoppiava. Era il cartone animato di Baoh, e quella testa rimarrà l'unica cosa ne vidi mai di quell'anime.
La sua ultima edizione classica (mercato e mostre, prima di emigrare a Padova) fu l'anno delle 3M, dedicata a Magnus, Moebius, e Franco Maticchio (probabilmente era il 1996). Quell'anno mi ero dato appuntamento con gli amici Gianpaolo e Mauro, venuti in auto da Ronchi. Loro si erano diretti alla sala incontri, per vedere e toccare Moebius e Magnus, io (arrivato in treno) avevo scelto di passare prima alla Camera di Commercio, e fare un giro.
Mentre giravo in piena fiera, mi trovai davanti Magnus... Non fu difficile riconoscerlo. Girava per i banchi come un appassionato qualsiasi, e veniva riconosciuto, e firmava autografi su fumetti che gli porgevano. Erano gli anni in cui stava lavorando al Texone, la Granata Press aveva pubblicato molto materiale suo, era l'uomo del momento, e il Mito assoluto. Io avevo in mano solo il catalogo della mostra, comprato all'arrivo, presi coraggio e mi feci avanti, chiedendogli un autografo. Gli porsi la mia stilografica a inchiostro blu Pelikan, e lui disse "stilografica su carta patinata? Non si asciugherà piú!". Aveva ragione, ma non c'erano altre penne disponibili. E mentre si allontanava dopo avermi ringraziato (per averlo riconosciuto? Bho), io rimanevo fermo, eretto e imbambolato e con un catalogo spalancato tra le mani, ad aspettare che l'inchiostro asciugasse. Lui si rivolse al banco dell'organizzazione, chiedendo che gli indicassero la strada per arrivare alla Cà dei Carraresi, dove avrebbe avuto l'incontro col pubblico mezz'ora dopo, perché la strada non la sapeva. Ad accompagnarlo fu un ragazzo dell'organizzazione che si portò dietro tutta la mia invidia, mentre io che non avevo voluto imparare la strada, lanciavo contro me medesimo macumbe e vudù. A queste si aggiusro occhiate d'odio degli amici, quando li raggiunsi per l'incontro, e dissi loro che avevo già l'autografo...
Dalla volta dopo mi portai dietro una penna normale.

Dopo il trasloco forzato a Padova dell'anno successivo (di cui ho parlato sopra), per qualche tempo non ci fu nessuna fiera Comics a Treviso. Passarono alcuni anni, e infine tornò a essere organizzata, negli stessi locali e dagli stessi organizzatori di una volta, ripartendo da capo. Ma ormai già le fiere comics avevano cominciato a crescere come funghi nel triveneto. Col tempo tornarono le mostre, poi alcuni editori, ed adesso ha ripreso con decisione, rivolta esclusivamente ai collezionisti. La visitai di nuovo circa 4/6 anni fa, le mostre (rigorosamente con fotocopie) erano state inserite in alcuni negozi del centro, e per vederle dovevi entrare... un po' imbarazzante a dire il vero, per cui dopo quella di Archibaldo e Petronilla rinunciavi alle altre. Quest'anno ci sono ritornato, dopo che me ne avevano parlato bene più persone, ed è stata di certo interessante, con tanta folla e mi ha permesso di rivedere anche alcuni vecchi amici.

Pordenone si svolge da sempre un giorno solo, il sabato. Organizzato ogni volta dagli instancabili Gabrio e consorte, con l'aiuto di qualche volenteroso volontario. A due passi dalla stazione, facilmente raggiungibile dall'autostrada, ospita nei locali della Fiera i banchi dei venditori, dei negozi, degli esordienti, dei venditori di gadgets, dei giocatori di miniature e di cards, di accessori per cosplayer, di stage di modellismo, e di una sezione per le autoproduzioni. Ha un concorso per cosplayer, che riempiono la sala con i loro colori e i suoni da una certa ora in poi, è abbastanza grande, ha una bella atmosfera e ogni volta rimani soddisfatto.

Naoniscon 2012, Pordenone Fiera

Fiume Veneto (Fiumettopoli), Godega Sant'Urbano (GodegaFumetto) e San Donà del Piave (SanDonàFumetto) non si differenziano troppo tra loro, anche se probabilmente leggendo questo si arrabbieranno, sostenendo che ognuna è unica. Sì, vero, ogni fiera di fumetti è unica nel suo genere, ha i suoi punti di forza e le sue specialità, che ti portano a preferirle e a continuare a tornarci. Ma rispetto alle fiere più importanti, quelle a livello locale difficilmente hanno gli editori, e sono riservate ai venditori e ai negozianti locali. Magari nel dettaglio me ne occuperò in futuro, qui basti dire che frequentarle è sempre piacevole, sappiatelo.

San Donà Fumetto, 2011

A Godega c'é sempre una mostra di qualche tipo, e ospiti importanti (nel 2013 Lucio Filippucci, questo Carlo Ambrosini) cosí come San Donà del Piave, dove agli incontri con gli ospiti le interviste con gli stessi vengono fatte da personale competente che conosce bene la storia dell'ospite (dote rara per gli intervistatori). Molta folla anche qui.


Godega Fumetto, 2014

Ma sono collezionisti o curiosi? Comprano o solo guardano?
E come cambia la fiera a seconda che sia per i primi o i secondi?

Eh, questo era l'Amarcord. La parte chili, con una possibile risposta a quest'ultima domanda, costituirà il prossimo aggiornamento, tra qualche giorno.

Lo ammetto, non riesco ad aggiornare spesso il blog, ma poi magari mi viene fuori un pezzo lunghissimo, dove la cosa che vorresti dire richiede un'introduzione, e quest'ultima sfugge al tuo controllo, si evolve da sola e prende vita propria... e ti accorgi che funziona anche da sola.
Per cui oggi il pezzo si divide in due.

See ya, folks!

martedì 16 settembre 2014

Riflessioni a 17 pollici

Rifletti. Ma senza impegno, mentre aggiorni qualche programma davanti al PC ed al tuo monitor da 17 pollici. Tra le varie cose guardi anche il blog, leggi le statistiche, e pensi.
Dovrei aggiornare... E decidere quale pezzo fare per primo. Perché si spingono l'uno contro l'altro, vorrebbero il privilegio di avere la precedenza, il desiderio di essere i favoriti, ma i pezzi per i blog sono sempre così: egoisti. Alla fine devi seguire l'istinto (usare la forza, Luke?), e solo così avrai la certezza che in meno di un'ora avrai completato la prima bozza, e potrai stare tranquillo perché il più sarà fatto, e a quel punto, tutto il resto è facile.
Manca solo dover decidere quali foto mettere, quale chiusura dare e quale titolo scegliere, tra i venti che ti vengono in mente e i cinque che potrebbero andare. E anche cercare di capire se quello che hai scritto ha un senso (sì, tranquilli, controllo sempre).
"Non mettere più i tuoi sfoghi, sono una palla, a chi vuoi che interessano se non a te?" mi dice Otto. Ma è un blog, è il mio, ed è giusto che io metta di volta in volta quello che mi accade intorno, quello che mi colpisce, e che mi piace segnalare, anche se so che non cambierà di una virgola i problemi del mondo.
"Posta roba tua!", mi dice Etta, e se per un secondo sarei d'accordo, quello successivo penso che per quello scopo la pagina di DeviantArt.
"Perché non recuperi dalle vecchie mail le tue recensioni e riassunti delle Sticcon e di Luccacomics?" mi implora Utto, ricordandosi quanto si era divertito a suo tempo, e facendomi venire voglia di farlo davvero.
"Ah, hai un blog?" sentenzia Hatto, cadendo dalle nuvole, suggerendomi che non è scontato che a tutti possa interessare la cosa.

Alla fine è tutta questione di decidere cosa fai e dove lo fai. Facebook è per rimanere in contatto con amici e parenti troppo lontani, in giro per l'Italia, e anche se poi scopri che qualcuno si offende mortalmente per questa scelta, ups....
DeviantArt è il tuo ArtBook, posti i tuoi disegni, e se poi scopri che qualcuno pure ti ruba un disegno per una commissione privata,  puoi incavolarti come meglio preferisci, non hai che la scelta di quale mazza usare.
Stai lontano da Twitter, Google+, che già così il tempo per essere onnipresente ti manca.
Alla fine ti rimane il Blog: che è  per i pensieri, gli articoli, i dettagli e per raccontare le storie dietro i disegni quando queste esistono. E poi per il resto, naturalmente, i commenti, le riflessioni - come questa medesima - e tutto quanto non puoi mettere da altre parti.
E tra quel tutto quanto si colloca la mia personalissima impressione che Attila e gli Unni stiano conquistando le anime della gente, riuscendo dove hanno fallito con il territorio. Certo, lo so che possono benissimo essere seghe mentali mie, ma essendo mie, le metto qui, dove altro, se no?

In pratica, questo post è solo... per assicurare che anche se il tempo libero è sempre poco, ci stiamo organizzando per aggiornare.
Stay Tuned, Folks...

giovedì 14 agosto 2014

Al centro esatto del mondo

A Gino piace un sacco un telefilm americano, che però non viene più trasmesso in Italia. Gino non riesce a capire come questo sia possibile, visto che quel telefilm è una figata pazzesca.
Invece a Cino (o Mino, o Rino, il nome non conta veramente) piacerebbe molto leggere un libro (o un ciclo di libri), di cui ha visto solo la copertina e letto la trama, e non capisce come mai nessuno voglia pubblicarlo in italiano, perchè è sicuro che sia una strafigata, e che quindi venderebbe moltissimo.
Anche a Rino (o Nino o Vino) piacerebbe molto leggere un libro (o un ciclo di libri), e non capisce come mai quell'editore specializzato a cui ha scritto, e di cui non ha mai letto nulla, non sia affatto intenzionato a pubblicarlo, nonostante questo libro sia sicuramente una meraviglia e venderebbe moltissimo.
A Nino (o Vino o Dino) interessa vedere al cinema sotto casa sua un certo film, e non capisce come mai invece per vederlo debba andare al cinema multisala in provincia, perché ha sicuramente tutte le carte in regola per essere un campione d'incassi, anche se è recitato in scozzese antico, e con i sottotitoli francesi.
A Mino (o Rino o Zino) piace molto un giovane cantante, e non capisce come mai non abbia ancora vinto Sanremo. Il suo amico Cino (o Dino o Pino) è d'accordo con lui, perché a lui piace tantissimo un'attrice e non capisce come sia possibile che non abbia ancora vinto l'Oscar. E Zono non capisce perché quell'attore famoso non viene in Italia a fare la promozione del suo ultimo film Marvel su un personaggio Marvel che in Italia non è MAI stato pubblicato, visto che è convinto che quel film sarà un successone. Mino, Cino e Zono si consolano a vicenda, ma non capiscono comunque.
A Weno piace molto quel gruppo musicale Hard Rock internazionale, e non capisce perché mai non abbiano mai fatto un concerto nel suo paesello in trentino.
Runo non capisce come mai non organizzino mai una convention di Star Trek a Pantelleria, l'isola dove vive lui, che è sicuro che ci verrebbero davvero migliaia di visitatori.
Medo vorrebbe un festival cosplay nel suo quartiere, dove secondo lui sicuramente verrebbe più gente di quei 4 gatti che si sono presentati nel paese vicino.
Rodo invece si è arrabbiato perché non fanno più quella fiera di fumetti nel paese vicino. Lui adorava vedere i coplayer, e farsi fare i disegni dagli artisti. No, i fumetti non li comprava, ma non sarà mica questo il problema, ti pare?
Dredo non riesce a capire perché la sua fumetteria preferita debba chiudere. Eppure lui ci andava ogni settimana per sfogliare tutte le nuove uscite. Duida, la sua donna, non si da pace che debba chiudere l'ipermercato dove faceva sempre la spesa ogni due mesi e continua a domandarsi come sia possibile.
Gnodo non si da' pace alla notizia che quel fumetto che leggeva debba chiudere. Eppure aveva tutti i CBR dei numeri usciti, tutti scaricati un mese dopo l'uscita in edicola.
Wado non capisce perché per avere una foto con dedica di quell'attore debba pagare. Eppure da quell'altro si era fatto autografare tutti i giocattoli di quella serie che l'attore aveva interpretato, e una parte di quei cimeli speciali li aveva venduti anche ai suoi amici, facendoci anche un buon guadagno.
Mudo non riesce a capire perché il telefilm del prete detective vada in prima serata anzichè questo privilegio spetti al suo telefilm sugli zombi contrabbandieri. La madre, il padre, la sorella, la zia, la nonna, i vicini di casa, i compagni di scuola, il tabaccaio all'angolo, le commesse del panettiere e il meccanico e l'amico Toni non lo sanno, ma sono felici e soddisfatti che gli zombi passino in terza serata.
E infine, la storia più triste di tutte: Europa, una delle lune di Giove, non capisce perché ci sia il sole al centro del sistema solare, e questo privilegio non tocchi a lei.

Questi, ed altri, sono brani di conversazione uditi a voce, discussioni trovate in giro per la rete, esternazioni su faccialibro (okay, quella su Europa è di mia completa invenzione), di ieri come di oggi. Passa il tempo ma le domande senza risposta che trovo più spesso sono sempre le stesse, variante più, variante meno.
A volte hanno la risposta implicita, a volte sono mysteri insondabili.
Io talvolta mi convinco che il mondo e tutto il resto seguano qualche legge universale, con regole simili a quelle gravitazionali, in cui c'è un centro, e tutto il resto eccetera gli gira intorno e così via. E che il centro dell'Universo non sia a casa nostra, ma da un'altra parte. Ma comunque sia abbastanza lontano.

Ora, se quest'ultima sia la mia risposta alle domande qui sopra, oppure solo un pensiero secondario improvviso venuto in questo momento medesimo, non è poi davvero importante. Al limite è solo un'altra di queste domande.

Buon Ferragosto a tutti.

venerdì 18 luglio 2014

L'accessorio trascurabile

Lo so, il mese scorso non ho aggiornato, ma le cause sono state diverse: lavoro accumulato, tempo libero dedicato ad altro, mancanza di tempo necessari ad approfondire argomenti interessanti e niente che potesse essere scritto in pochi minuti. Oppure continuavi a dire "lo faccio domani, non c'è fretta".
Poi capita sempre che quando meno te lo aspetti, mentre cammini su una pietraia per esempio, ti entri un sassolino nella scarpa. Oh, piccolino, nulla di tale da impedirti di continuare a camminare, ma sufficiente a crearti un limitato fastidio, che in una scala da uno a 10 varia, a seconda della vita, l'universo e tutto quanto,  tra 2 e 20.
E così un argomento a cui pensavi da tempo, diventa attuale, e ti spintona per avere il suo spazio, e tu ti lasci spintonare volentieri, perché sei d'accordo con lui.

Il primo sassolino lo trovi nella lettura di un'intervista ad un'autore (che in questo caso è anche un amico), dove affronta un po' tutta la sua carriera, soffermandosi su tutte la tappe. Cita anche te, e la cosa ti fa piacere, ma poi arriva il passaggio pericoloso sulla pietraia.
Parlando di una serie che hai contribuito a creare, l''intervistatore dice "Eh, ma a me mica piacevano i disegni. Ma la storia sì."
Quindi non ti piaceva tutta la parte grafica, i disegni, la caratterizzazione dei protagonisti, la moda, i veicoli, le scenografie, il look, le inquadrature, la struttura della pagina, i risi e i bisi. Cosa rimane?
In pratica ti piace solo la parte scritta?
Ma lo sapevi che stavi leggendo un fumetto?
Ecco, non so voi, colleghi e amici, ma quando leggo cose simili mi viene sempre il sospetto di essere il figlio di un Dio minore. Che per 10 appassionati veri ce ne saranno sempre almeno il doppio che ragionano in modo differente, che sono convinti che i fumetti sono come libri con delle illustrazioni a corredo, anziché delle opere uniche di testo e disegno. Che si meravigliano se gli dici che in una serie mensile i disegnatori sono tanti, dove a loro sembrava sempre lo stesso. Che dicono "La storia è bellissima, ma i disegni mi fanno 'venire un incontrollabile impulso di correre in bagno'...".
Quante volte avete letto pensieri simili nelle recensioni o nei forum, o nelle conversazioni del pubblico alle fiere?
"Ti arrabbi Jack?" domanda il solito lettore curioso. Non realmente, ma piuttosto "infastidito". Anni fa mi avvertirono che un giorno qualcuno mi avrebbe detto "ma tanto disegnate tutti con lo stampino, no? I disegni sono tutti uguali." o non avrebbe mai notato il tuo lavoro. Quando tutto questo accadde cominciai a intuire che sarebbe stata una strada tutta in salita. Che ci sarà sempre chi pensa che il disegnatore sia un accessorio non indispensabile. Da tempo ho imparato a chiamare questa entità Mister Dodo.

Hai anche le evidenze recenti. Un forum dedicato ad una miniserie recente, di cui hai fatto un numero (Kepher) discussioni sulla trama, sulla storia, sul perché o il per come delle azioni dei protagonisti, giusto un appunto su quanto siano terribili i disegni. In questo momento non ti viene naturale pensare all'editor che ti ha fatto rifare un sacco di dettagli ed alla fine era totalmente soddisfatto. Mentiva sapendo di mentire?
Poi lavori ad un personaggio, questa volta più celebre. Lavorate in due, siete entrambi soddisfatti, i tempi sono perfettamente rispettati. Vai nel forum apposito e leggi: discussioni sulla trama, sulla storia, sul perché o il per come delle azioni dei protagonisti, dibattiti sul What If, su "come avrei fatto io", come sarebbe stato meglio, su cosa serebbe successo, "ma allora questo vuole dire che...", e giusto un appunto su quanto i disegni fossero... sotto la media. Anche qui ti viene il sospetto che il tuo editor dandoti l'OK definitivo sui disegni, e prendendosi la mezz'ora successiva di libertà per festeggiare, avesse mentito a te e al tuo compare per pietà. I figli di un Dio minore, appunto.
Poi non ci pensi più. "Succede", ti ripeti. I giudizi saranno sempre vari, e Mister Dodo te lo trovi sempre in giro.

Poi senza volerlo ti trovi coinvolto in una discussione su facebook (un uomo saggio non rimane MAI coinvolto in una discussione su faccialibro).
Postano la notizia di questo fumetto... bla bla bla, ma tu vedi solo un dettaglio: che è disegnato con Photoshop... foto convertite in disegno usando il filtro "poster", e modificate con qualche segno. Personaggi freddi, con ombre differenti perché diverse erano le foto di partenza, colori separati proprio come li trasforma quel filtro.
"Uribile!!" pensi, e credi che la cosa sia condivisibile.
E invece no, perché poi parte la discussione, e arriva di nuovo Mister Dodo: Questo è progresso. Non è altro che un'innovazione tecnologica, come il computer negli effetti speciali, o il digitale dopo l'analogico. Le nuove frontiere del fumetto sono queste in fondo. Oggi tutti disegnano sul computer, e poi, in fondo copiare le foto lo fanno in tanti, "anche Alex Ross è solo un copiatore di foto..."

Ho in improvviso incubo diurno: vedo Alex Ross che legge le discussioni su una sua produzione: chiacchiere sulla trama, sulla storia, sul perché o il per come delle azioni dei protagonisti, dibattiti sul What If, su "come avrei fatto io", come sarebbe stato meglio, e giusto un appunto su quanto i disegni fossero solo delle copie di fotografie. E che anche lui pensi che il suo editor quando gli aveva dato l'OK definitivo sui disegni gli avesse mentito per pietà.
Caro Alex, come ti capisco...

A questo punto serve aggiungere qualcosa? Serve davvero che io impieghi venti righe per spiegare i perché ed i percome? A cercare di dire che le cose non sono esattamente così? Che quel filtro "poster" di Photoshop lo hai usato pure tu tempo fa, per vedere l'efeftto che faceva, e dopo una sonora risata hai detto "Non è cosa" e l'hai archiviato tra le cose inutili, assieme all'effetto "watercolor".
Che se una storia  fumetti ti piace davvero è anche per quei disegni? Che se quella storia NON ti piace è anche per i disegni? Che non basta copiare delle foto per essere bravi? Che il programma che usa Adam Hughes per colorare è lo stesso che usa il nerd per incollare le facce delle attrici sui corpi delle supereroine? Che Alex Ross (e prima di lui Norman Rockwell, Milton Caniff e Adam Hughes, solo per nominarne qualcuno) costringe amici e modelli a posare esattamente come vuole lui, perché sa qual'è la posa che gli serve? Che non ci sarebbe nulla di creativo e/o artistico nel prendere fotogrammi di film e trasformarli in fumetti con un software popolare? Centra qualcosa con la capacità di saper disegnare?
Oh, sia chiaro, hai già conosciuto vari tipi di Mister Dodo: convinti che i manga siano il male assoluto, che Blueberry abbia un pessimo disegnatore, che sostienevano che quel fumetto che Gino ha disegnato in due mesi, e cha a lui non piace, che lo ha fatto ammattire, che non riesce a rivedere, è in realtà il suo massimo livello di sintesi? Mister Dodo adora quel romanzo grafico e non s'è nemmeno accorto che è copiato da Miller, o quella vignetta ricalcata da Font. Se vede una scala dirà che ti sei ispirato ad una storia di Tintin dove c'era una scala identica, e se gli dici che è la scala di casa tua, si complimenta perché hai in casa la scala di Tintin.

Non ci provi nemmeno a spiegare cosa significhi disegnare fumetti. Di quando cancelli la matita già finita di vignetta 5 di pagina 44 perché ti sei distratto ed è troppo simile alla 3 di pagina 45. Di quando continui a rifare una faccia perché non ti convince, o lanci maledizioni perché in tale vignetta devi fare tizio che si siede, e sai che quella posizione sarà buffa o goffa da disegnare, e ti domandi perché quella scena non è stata scritta con tizio che si siede fuori campo mentre tizia gli fa una domanda. O che talvolta ti metti in pose minacciose o buffe davanti alla finestra, perché ti serve una referenza fotografica, ma solo delle dita che reggono la pistola, e sai che nessuno se ne accorgerà mai, a parte i passanti terrorizzati.


Non servirebbe a nulla, a Mister Dodo non interessa davvero. Proseguiamo su strade differenti, com'è giusto che sia, ognuno convinto di conoscere dove sia ciò che identifica come il male del mondo.

Il passaggio sulla pietraia è alle spalle, i sassolini li hai tolti, che rimane?
Le opinioni sono lecite, lo so. I crimini a fumetti un po' di meno, ma in fondo questi paroloni sono tali solo per te. Che non sei saggio perché ti lasci coinvolgere nelle discussioni su faccialibro, ma se poi in casa hai davvero la scala di Tintin, che t'importa del resto? Mister Dodo lo incrocerai di nuovo, tranquillo.
Ma la prossima volta lascia che a convincerlo ci provi qualcun altro.
Il tuo karma ti assicura da tempo che NON sei un accessorio trascurabile.

venerdì 16 maggio 2014

I soliti luoghi comuni #1

Il nostro protagonista, che chiameremo "mister Smith" (il nome è stato cambiato per proteggere gli innocenti), è apparentemente un appassionato tra i tanti, e con i suoi simili condivide (appunto) le stesse passioni, parla con loro, discute,  prende gli stessi fumetti , segue il mercato come tutti loro probabilmente fanno, forse segue anche gli stessi telefilm, ma di questo non vi è certezza.
Sappiamo che segue con uguale passione anche le vicende del mondo dei fumetti, le storie dei suoi autori, le vicende editoriali, insomma, non si ferma solo al fumetto stampato, perché è convinto che sia giusto e utile informarsi per conoscere bene come funziona questo meraviglioso mondo. Ha letto le interviste giuste, segue Fumo di China, Fumetti d'Italia, Glamazonia, Il Fumetto, Dime Press, si legge tutte le rubriche di Comic Art, ha imparato a distinguere i personaggi positivi da quelli "oscuri" (o che interpreta come tali). E' in grado di ragionare, ha gli strumenti per farlo, e lo fa.
Certo, forse non sempre il risultato è quello giusto, ma queste sono quisquilie e pinzellacchere.

Parte prima: L'erede rinnegato della zona oscura.

"Mister Smith" è Hanko un appassionato di Martin Mystere. E' stato anche un fedele lettore di Zona X, si divertiva a seguire quella serie con la copertina rossa, gli piaceva sia il periodo delle storie libere che quello delle miniserie, sa bene che certe storie non erano il massimo, ma la passione è la passione. Quando Zona X chiude, non è contento. Parte degli autori che ci hanno lavorato si riversano sulla nuova testata Jonathan Steele. Hanko capisce che hanno chiuso la sua adorata Zona X per aprire la testata nuove, e se la segna al dito: non comprerà mai questa nuova testata.

Un giorno incontra uno degli autori, e gli chiede di fargli un disegnino con dedica, e mentre l'altro acconsente e disegna, Hanko gli spiega la sua antipatia per la serie nuova. L'autore lo ascolta, rimane un po' a bocca aperta (lui lavora proprio per quella serie nuova), e gli spiega una cosa: Jonathan NON ha fatto chiudere Zona X: è nato come personaggio per quella rivista, ma quando hanno deciso di chiuderla per basse vendite, l'editore ha preferito spostare quel personaggio in una serie nuova, dandogli una possibilità diretta. Quindi Jonathan non l'ha "uccisa", ma semmai ne è derivato.

Hanko ascolta pazientemente, ma sa bene che l'altro sta inventando una storia per nascondere la verità, che lui conosce bene. Quindi sorride sornione mentre l'autore gli finisce il disegnino e lo consegna con la sua brava dedica. Ma poi spiega al solerte disegnatore che è inutile che cerchi di salvare capra e cavoli, la verità è sotto gli occhi di tutti.

Parte seconda: Il principe e il povero.

"Mister Smith" è Banko, un appassionato di fumetti, se li legge tutti, ma tutti davvero, e questo è uno di quei momenti in il mercato è in forte espansione. Esce questa nuova eccezionale serie per un editore piccolino, e lui ne è entusiasta. Ammira i testi, i disegni, è fantasticamente felice. Non ha l'età per avere seguito altre serie popolari dal numero 1, ma questa invece è uscita proprio nel momento in cui lui si dedica all'argomento, e capisce quale emozione devono avere provato quelli che seguivano una serie popolare dal numero 1.
Ma qualche tempo dopo si susseguono due eventi: un giorno la serie annuncia la chiusura, e a Banko crolla metaforicamente il mondo addosso. Un altro giorno scopre che gli autori si sono trasferiti in massa su un popolare fumetto di un editore concorrente. Banko sa arrivare alle evidenti conclusioni: l'editore concorrente ha rubato gli autori all'editore piccolino, promettendo loro mari e monti e ponti d'oro. Chi siano i buoni e chi i cattivi è così lampante.

Un giorno incontra uno degli autori,  gli chiede di fargli un disegnino con dedica, e mentre l'altro acconsente Banko pensa bene di spiegargli la sua antipatia per l'editore del fumetto popolare. L'autore lo ascolta, rimane un po' a bocca aperta (lui quel periodo lo ricorda bene), e poi gli spiega una cosa: l'editore concorrente NON ha soffiato gli autori a base di ponti d'oro, bionde vergini e vino speziato. Il piccolo editore non riusciva più a continuare quella serie, e le nuove condizioni non permettevano agli autori di riuscire a vivere di quello. E secondo le leggi di CAUSA ed EFFETTO, prima si è deciso di chiudere, e dopo si sono rivolti all'editore concorrente, che ha acconsentito a farli lavorare con lui.

Banko ascolta pazientemente, ma sa bene che l'altro sta inventando una storia per nascondere la verità, che lui conosce bene, sorride sornione mentre l'autore gli finisce il disegnino e lo consegna con la sua brava dedica. Ma poi spiega al solerte disegnatore che è inutile che cerchi di salvare capra e cavoli, la verità è sotto gli occhi di tutti.

Una è una testimonianza diretta, l'altra è riferita. Trova la costante, e dedica un pensierino di solidarietà al povero autore che deve fare il disegnino con dedica per Hanko e Banko mentre essi gli dicono la verità che lui nega con forza.
Un giorno imparerà a navigare in questa corrente... ma fino ad allora, continuuerà saltuariamente a rimanere a bocca aperta.

martedì 29 aprile 2014

Ciò che al mondo non è dato sapere...

Ogni cosa deve sempre avere un inizio, uno svolgimento, ed una fine. Ogni opera dell'ingegno passa attraverso una serie di interventi, modifiche ed omissioni, piccole o grandi a seconda della situazione. Ed è così anche per i disegnatori, indubbiamente.
"Ah, se il mondo sapesse...", pensa ogni tanto il giovane Jack (sempre colui che scrive queste righe), mentre vede visualizzarsi un'idea nata sulla carta. E ogni volta, ogni santa volta, ha la certezza che tutto questo processo rimarrà nella sua mente, nei suoi archivi, sulla carte e nelle cartelle del computer. Perché ci sono solo loro due, quel foglio di carta e lui.

Fino a quando l'universo (la vita e tutto quando) non permette che si verifichino delle coincidenze assolutamente non previste, nemmeno immaginate, e sopratutto non collegate tra loro fino a quel momento... o almeno questo è quello che pensi.
Poi un giorno succede che 1) trovi una GIF animata divertente. E ne cerchi altre, e ti viene il pensiero di modificarle, a tuo personale uso e consumo, o farne di tue personali, da mandare agli amici come auguri di qualcosa. E come ogni cosa che giri su un computer, è sufficente avere avere il programma giusto.
Poi, in un giorno del tutto diverso, 2) metti in ordine tra le cartelle del tuo PC i lavori in digitale archiviati, dopo che hai già archiviato da tempo gli originali su carta. E trovi i vari salvataggi delle fasi delle modifiche digitali apportate con la magica e fedele tavoletta Bamboo, dal momento della scannerizzazione a quello del lavoro definitivo. "Comunque il mondo non saprà mai", ti ripeti sottovoce. Solo tempo dopo collegherai i due fatti, e troverai il modo di unificarli.
Ma proseguiamo con ordine.

Nei giorni scorsi ho ricevuto una richiesta dagli amici dell'AMYS (Associazione Amici di Martin Mystère) per realizzare un'immagine per uno stampa che sarebbe stata data in omaggio ai soci, e anche al pubblico della manifestazione Godega Fumetto 2014. Di questa manifestazione parlerò prossimamente, con la cronaca e le immagini, oggi il soggetto è un'altro. Tema libero, ma deve riguardare Martin Mystère, e hai due settimane per farla, per cui è meglio non perdere troppo tempo.
L'idea interessante da cui partire arriva quasi subito (senza idea non si parte nemmeno), e in un paio di giorni è tutto pronto e finito. E già questo è strano, visto che spesso impiego mesi a mantenere le promesse fatte o estorte..
Poi lo scannerizzi e cominci a modificare il file originale in digitale, a renderlo perfetto per la stampa. E' finito, certo, ma è anche a posto? E' venuto come doveva venire? Ne sei soddisfatto? Evidentemente no.
Ma si da il caso che conosco bene uno degli autori di Martin, per cui prendo la palla al balzo e chiedo la consulenza preziosa dell'amico Carlo Recagno, che di Martin è il supervisore, e chi meglio di lui può supervisionare un disegno del professor Mystère?
Carlo accetta volentieri (e per questo gli dovrò un altro favore), e il disegno inizia a evolvere. Bi, bo e ba, e via così. Su qualcosa siete d'accordo, su altre fate un tira e molla per qualche giorno: tu dici A e Carlo dice B, tu insisti con A e lui ti spiega il perché del suo B. Ascolti e convieni che ha ragione, tizzone d'inferno, la sua B è meglio della tua A, perchè vedevi il dettaglio mentre lui vedeva l'insieme. Altrevoltel'idea che risolve la situazione è mia, e così si procede, quattro occhi vedono meglio di due,
Infine il definitivo è pronto, quello che soddisfa entrambi. Ed è decisamente meglio di quello da cui sei partito. Ma di tutto ciò, il mondo non saprà mai nulla, e il ricordo andrà a far compagnia alle navi di Orione sulle porte di Tanhauser (e i raggi B, eccetera)..
In questo momento topico ti viene la folla idea di unificare i due fatti di cui sopra, e in pochi istanti crei una GIF animata delle varie fasi del lavoro. Il tuo, personale uovo di Colombo, o l'Easter Egg dei contenuti speciali.

Bravo, ma adesso che te ne fai? Lo mandi a Carlo, e gli piace un sacco, ma poi? Ti serve a qualcosa guardarlo, vedere fasi che conosci perfettamente a memoria, perché ne sei stato l'artefice?
"Lo metterei sul blog, peccato che Blogspot non permetta la pubblicazione delle GIF animate..."
Ma sarà poi vero? E se controllassi? Come diceva quella regola? E' sufficente avere il programma giusto. In questo caso il sito giusto. Googoli qualche minuto e trovi la risposta che cercavi, e grazie a Imgur tutto questo diventa possibile. Sarà sufficente che carichi la tua immagine , e incolli quà il link che ti forniscono.
E allora cosa sto aspettando?.
E a partire da adesso, anche il mondo saprà.


La faccia di Martin, l'espressione giusta di Angie, l'equilibrio tra bianchi e neri nella figura intera, e gli errori prima e le correzioni e le modifiche di tutto il resto, o anche solo i segni che hai voglia di aggiungere, o assotigliare perché trovi che stonino. Alla fine è tutto lì, il tuo equilibrio personale è raggiunto, quel momento in cui guardi con attenzione il tutto, e senti che è a posto. Che ogni cosa e segno sono dove dovevano essere. E non serve davvero altro.
Ora tutti possono vedere quello che gira per la testa di un disegnatore e di un supervisore, le cose che vengono aggiunge o toglie, quelle da evidenziare e quelle perfette di base, ma solo contrastate e/o ripulite, e come tutti questi piccoli segni cambiano l'insieme. Ciò che a essi non era dato sapere fino ad oggi. E capire (con un piccolo ragionamento) il cosa e il perché di ogni modifica.

Non ho idea se sia stato già fatto qualcosa del genere prima di oggi. Se non è così, non siate diabolici, e lasciatemi l'illusione di essere stato il primo, please. Mi accontento di poco, in fondo...
E buon divertimento.

sabato 19 aprile 2014

L'importanza di un sano rispetto delle tradizioni

Il tempo vola, e ti manca sempre il tempo di aggiornare. Quel pezzo è troppo lungo, quell'altro non è davvero importante, quell'altro ancora dovresti scriverlo da tempo ma non l'hai nemmeno inziato.
Per cui arriva Pasqua, si avvicina un altro fine mese, e... un momento.
E' Pasqua? Davvero? Allora magari si fanno gli auguri.
Disegno un coniglietto... no, meglio un uovo. Poi pensi all'uovo.
Ci pensi ancora e ti viene un'idea stramba.

Meno di un'ora dopo la tua idea stramba è pronta.
E dite quello che volete, ma è sempre un uovo in fondo, no?
Auguri gente. E che dal vostro uovo escano solo cose buone.
In TUTTI i sensi ;-)


lunedì 10 marzo 2014

Comunque, l'importante è finire

L'input iniziale arriva da un'amico, che una sera mi fa notare, via posta elettronica, che, contrariamente alle nostre convinzioni, esisteva un'edizione di un libro di Ian Fleming in italiano di cui non eravamo a conoscenza. Si trattava del quarto libro pubblicato da Guanda, dove fino a pochi giorni prima eravamo convinti fossero solo tre. Anche perché quei tre nelle librerie locali non li avevo ancora mai visti.
Così decido di metter mano alla lista dei libri e aggiornarla, e da cosa nasce cosa. Ripensi ad una cosa che ti eri ripromesso di fare da tempo, e una sera di un venerdì decidi invece di farne un aggiornamento per il blog, vista la complessità che la tua lista sta raggiungendo.
Perché arriva quel momento in cui ti rendi conto che hai materiale che riempirebbe un articolo. E allora non rimandare, non riprometterti di farlo prima o poi, cogli l'attimo, batti il ferro fino a che è ancora caldo, agisci, ora adesso e subito.

Un po' di tempo addietro avevo pubblicato questo post riguardo ai libri dell'agente 007, che risulta dalla statistiche di blogspot come uno dei pezzi di maggior interesse, con visite continue e regolari nel tempo, segno che l'interesse sull'argomento sa qualche parte ancora esiste. Ma in quell'occasione parlavo sopratutto delle veste grafica, delle copertine e confrontavo le varie edizioni. Ma ammettevo anche di non avere controllato per bene l'effettiva disponibilità di tutti i libri nelle varie edizioni successive, riservandomi di farlo in futuro. E questo è quello che ho fatto, ed è arrivato il momento di pubblicare i risultati.
Che sono perlomeno curiosi, e confesso che mi viene il pensiero di chiedermi se qualcuno se ne sia mai accorto.
Di cosa? A tutt'oggi l'unica pubblicazione integrale del James Bond letterario di Ian Fleming è quella della Garzanti, effettuata tra gli anni '60 e i '70. E questo nonostante tutto il successo, ancora attuale dei film e della popolarità del personaggio. Da oltre trent'anni ci sono stati altri tentativi, ma nessuno di loro è mai riuscito a completare l'impresa, così come di mantenere la cronologia originale.

Da adesso in poi, per ogni editore indico i titoli, la collana, l'anno di pubblicazione (il mese dove è indicato), numero di pagine e traduttore, così come ricavato dai libri o trovato in rete (non le posseggo mica tutte, sorry). Ad ogni titolo ho aggiunto un numero con l'indicazione cronologica originale, che potete vedere qui sotto, a fianco dell'anno di prima pubblicazione.
1953 Casino Royale #1
1954 Live and let Die #2
1955 Moonraker #3
1956 Diamonds are Forever #4
1957 From Russia with Love #5
1958 Dr No #6
1959 Goldfinger #7
1960 For Your Eyes Only #7/1
1961 Thunderball #8
1962 The Spy who Love Me #9
1963 On Her Majesty's Secret Service #10
1964 You Only Live Twice #11
1965 The Man with the Golden Gun #12
1966 Octopussy and The Living Daylight #12/2
#7/1 antologia, contiene i racconti From a View to a Kill, For Your Eyes Only,  Quantum of Solace, Risico, The Hildebrand Rarity)
#12/2 (antologia, contiene i racconti Octopussy, The Living Daylight, The Property of a Lady).
 Sì, perché il nostro agente segreto andrebbe letto secondo il suo ordine di pubblicazione. Per vedere dove e quando uno squalo si mangia la gamba di Felix Leiter, o quando e perché Bond deve cambiare la sua pistola Beretta con una Walther PPK, o capire quando davvero la SPECTRE entra in campo. Cronologia che negli ultimi tre libri è di vitale importanza, in quanto si può considerare un'unica intrigante vicenda divisa in tre parti.

Ma prima di parlare del James Bond letterario recente, è il caso di fare un breve riassunto di tutto quello che c'è stato prima: ovvero quando e dove siano già stati pubblicati in italiano questi libri. E se siano davvero già usciti tutti. La risposta ad entrambe le domande è sì.
E più di una volta, anche se ormai (ed è questo il soggetto principale di questo post) la serie completa risale ormai quasi alla notte dei tempi. Per farla breve, e per non riempire il post di numeri e date, che trovate facilmente in articoli in rete e vari libri, vi basti sapere che da 1958 al 1979 sono usciti tutti questi libri qui sotto. Oh, qualcuno ho la certezza di averlo dimenticato, ma l'immagine rende comunque l'idea più di mille parole.


Nell'ordine, I Romanzi del Corriere, serie Gialla Garzanti, Gialli Garzanti (prima serie), Garzanti R', i Garzanti per tutti, Gialli Garzanti (seconda serie) e i Garzanti. Sono tutti lì. So che esistono edizioni di singoli volumi di cui ho trovato solo le informazioni ma non l'immagine (alcune prese direttamente dai libri in mio possesso), però ci siamo vicini. E qui sopra, sotto tutte queste coloratissime copertine, c'è il ciclo completo, tra romanzi, antologie e raccolte di romanzi, prime edizioni e ristampe. E sottolineo il termine completo, perché da allora non si ripeterà più.
"E' mai possibile?" si domanda il lettore. Certo, per quanto difficile da credere. Per dimostrarlo è sufficente prendere in esame le edizioni successive a quelle Garzanti, a partire da quelle degli anni '80.

  MONDADORI
Casinò Royal #1                                        Oscar 1911, 1986 [170p - E.Cicogna]
A 007, dalla Russia con amore  #5     Oscar 1912, 1986 [205p - E.Cicogna]
007 Licenza di uccidere #6                   Oscar 1933, 1987 [216p - C.Borelli]
Agente 007 missione Goldfinger #7     Oscar 1938, 1987 [212p - S.Lalia Verpelli]
Solo per i tuoi occhi  #8/1                    Oscar 1943, 1987 [175p - MP.Dettore] 
Vivi e lascia morire  #2                           Oscar narrativa 1041, 1990 [188p - N.Bonetti]
Il grande slam della morte  #3              Oscar narrativa 1065, 1990 [207p - R.Irti Rossi]
Una cascata di diamanti  #4                 Oscar narrativa 1075, 1990 [192p - E.Cicogna]
Operazione tuono  #8                            Oscar narrativa 1105, 1990 [226p - O.Del Buono]
La spia che mi amava  #9                    Oscar narrativa 1153, 1991 [173p - MG.Griffini]
Al servizio di Sua Maestà  #10            Oscar narrativa 1167, 1991 [191p - R.Irti Rossi]
Si vive solo due volte #11                      Oscar narrativa 1181, 1991 [183p - E.Cicogna]

Questa è la prima ristampa dopo il periodo Garzanti. 12 libri, ma con due distinte fasi di pubblicazione: 5 volumi nel biennio '86/'87, e gli altri tre anni dopo tra il '90 e il '91, ma non basta. Inspiegabilmente mancano sia l'ultimo volume, L'uomo dalla pistola d'oro (#12), che la seconda antologia Octopussy (#12/2), ma almeno gli ultimi 4 sono nell'ordine giusto. In pratica mancano i libri usciti dopo la morte di Fleming. Le traduzioni sono le stesse delle edizioni precedenti.

 EUROCLUB
Non faccio in tempo ad incominciare che già imbroglio, violo una regola, e apro una parentesi. Precedentemente alle edizioni Mondadori, più o meno nel 1980, era uscita anche un'antologia, pubblicata dall'Euroclub (che assieme al Club del Libro monopolizzava l'allora popolare fenomeno delle nuove edizioni di libri, stampati ex novo, e venduti solo per corrispondenza). Il volume, sotto il titolo accattivante di 007 licenza di avventure, rilegato e di grande formato, conteneva La spia che mi amava (#9) assieme alle due antologie Solo per i tuoi occhi (#8/1) e Octopussy (#12/2). Non si meriterebbe più di una singola menzione se non fosse per un particolare che lo rende unico: come vedrete in seguito - a tutt'oggi è l'ultima edizione ad avere pubblicato i racconti di Fleming al completo.

 TEADUE
Missione Goldfinger #7                                    TEA, 10-1997 [212p - S.L.Verpelli]
007 Una cascata di diamanti   #4                 TEA, 10-1997 [193p - E.Cicogna]
007 Licenza di uccidere  #6                            TEA, 10-1997 [218p - C.Borelli]
007 Thunderball Operazione tuono #8           TEA, 02-1998 [206p -O.DelBuono]
Casinò Royal  #1                                                 TEA, 02-1998 [192p - E.Cicogna]
007 al servizio segreto di sua maestà  #10 TEA, 1998 [? - R.Irti Rossi]
007 Moonraker. Il grande slam della morte #3    TEA, 06-1998 [207p - R.Irti Rossi]
Dalla Russia con amore  #5                           TEA, 06-1998 [238p - E.Cicogna]
Vivi e lascia morire  #2                                      TEA, 10-1998 [? - N.Bonetti]
Si vive solo due volte  #11                               TEA, 10-1998 [183p. - E.Cicogna]

Sei anni dopo arriva TEADUE. Anche in questo caso partenza a grande velocità, con i primi tre volumi tutti insieme, nel 1997. Per arrivare a 10 uscite ci vogliono due anni. Ma l'ordine... no, niente, nessun ordine cronologico, siamo nell'anarchia più assoluta. Non solo, ma all'appello dei titoli questa volta mancano La spia che mi amava (#3), le due antologie (#8/1 e #12/2) e il solito ultimo volume (#12). Anche in questo caso le traduzioni rimangono le stesse di sempre.
Qui in mezzo ci sarebbe l'edizione uscita in allegato al quotidiano Il Giornale nel 1997, indicata in 9 uscite settimanali tra luglio e settembre dello stesso anno, su licenza dell'editore Teadue. Inserisco questa serie per dovere di cronaca, non avendoli visti davvero in giro, a parte il primo numero (che possiedo e posso quindi toccare). Questo è l'elenco le uscite indicate nella quarta di copertina del primo numero:
1 Missione Goldfinger #7
2 Licenza di Uccidere  #6
3 Una cascata di diamanti #4
4 Casinò Royale #1
5 Dalla Russia con amore #5
6 Moonraker #3
7 Si vive solo due volte #11
8 Thunderball - Operazione tuono #8
9 Vivi e lascia morire #2

Sì, anche qui pubblicazione parziale e senza alcun ordine cronologico. All'appello mancano  La spia che mi amava (#3), Al servizio segreto di Sua Maestà (#10), il solito L'uomo dalla pistola d'oro (#12)  e le due antologie (#8/1 e #12/2). Bella comunque la veste editoriale: rilegati, con sovracopertina dorata e un'immagine tratta da un film per la copertina.

Aggiornamento:
Dopo aver letto il pezzo, l'amico Nicola mi manda questa. Ora le conosciamo tutte le copertine di questa edizione!


  GUANDA
Casinò Royale #1                                    Guanda, 2004 [202p - M.Bocchiola]
Vivi e lascia morire #2                            Guanda, 2004 [224p - S.Bortolussi]
Moonraker #3                                           Guanda, 2005 [266p - M.Bocchiola]
Dalla Russia con Amore #5                Guanda, 2006 [272p - E.Kampmann]

Nuove traduzioni, buone intenzioni, pubblicazione integrale e cronologica, ma solo quattro libri in tre anni, e poi ciao ciao. Purtroppo deludono sia la grafica minimalista che le intenzioni cronologiche, visto che manca all'appello Una cascata di diamanti (#4) e si salta subito al successivo, che rimarrà anche l'ultimo uscito presso questo editore.

  ALACRAN
Thrilling Cities - Le città dell'avventura         Alacràn, I Saggi, 2006 [307p - A.C.Cappi]
Traffico di Diamanti                                           Alacràn, I Saggi, 2008 [147p - A.C.Cappi]

Qui in mezzo si apre la seconda piccola parentesi. L'editrice Alacràn si inserisce nel mercato delle opere di Fleming, proponendo due suoi celebri saggi (ecco perché la chiamo parentesi). Thrilling Cities (Thrilling Cities, 1963) è una raccolta di articoli di Fleming da varie città del mondo, come una specie di guida turistica personale, tutta particolare. All'interno è contenuto il racconto breve 007 a New York, in cui l'autore incontra il proprio personaggio. Questo titolo dovrebbe essere inedito in Italia fino a questo momento.
L'altro titolo Traffico di Diamanti (The Diamond Smugglers, 1957), era già stato pubblicato dalla Garzanti negli anni '70, ed è il reportage della documentazione che Fleming si procurò mentre lavorava sul libro Una cascata di diamanti (#3). Questo editore ha (purtroppo) cessato di esistere da qualche anno.

  ADELPHI
Casinò Royale #1                            Adelphi, 2012 [227p - M.Bocchiola]
Vivi e lascia morire #2                  Adelphi, 2012 [246p - F.Santi]
Moonraker #3                            Adelphi, 2013 [270p - M.Bocchiola]

All'inizio del 2012 arriva la notizia che sarà Adelphi a occuparsi della pubblicazione di Ian Fleming, ripartendo da capo. Sulle prime verrebbe facile contestare che non avrebbe molto senso far uscire di nuovo da capo tutta la serie, ma in effetti sono passati otto anni dall'inizio della serie Guanda. Come dite? Sì, è molto probabile che gli appassionati avessero già preso quelle edizioni comunque, e avrebbero preferito una continuaione da quel punto in poi. Comunque auguriamoci prosegua la pubblicazione senza intoppi, e vedremo se riuscirà, almeno stavolta, a completare il ciclo. Le traduzioni sono le stesse Guanda, e a tre libri pubblicati finora, la cronologia e al momento rispettata.
Veste grafica... colpa mia lo ammetto. Giro perla rete e scopro sempre nuove bellissime versioni dei libri di Fleming, con decorazioni grafiche o foto bellissime (la copertina sotto il titolo, per esempio), e quindi... mah, delusione personale anche qui. Ad un primo numero che se non altro richiamava la cover della prima edizione inglese di Casino Royal, hanno fatto seguito immagini stilizzate su sfondo nero. Ma vedere che due su tre copertine hanno gli stessi soggetti usati sulle cover della Guanda (la carta da gioco per Casinò e il razzo per Moonraker) mi suggerisce che ci sia ben poca fantasia in circolazione.

Abbiamo terminato. Sì, esistono dei seguiti, romanzi dedicati all'agente doppio zero, realizzati da autori diversi nel corso degli anni, ma questo sarà l'argomento di un post futuro, prima o poi. E se se qualcuno lo chiede, l'autore di questo post possiede l'edizione completa, ma divisa in diverse edizioni, tutte Garzanti, tutte recuperate tra remainders ed offerte nelle edicole della stazione (ad 1 euro!!), più alcuni doppioni, edizioni prese per curiosità o per la convenienza dell'offerta. Non avranno la stessa dimensione, la rilegatura e nemmeno la costolina del colore giusto, alcuni non hanno nemmeno la sovracopertina, qualcuno ha la copertina sbiadita, ma hanno un unico e insuperabile vantaggio: è una serie completa.
E finire una serie, per un appassionato, a volte è davvero la cosa più importante.